Auguri di buon anno nuovo (?)

Eccoci, ci siamo. Come ogni 365 giorni (366 ogni 4 anni) è arrivato l'ultimo giorno dell'anno.
Si fanno bilanci previsioni e poi si festeggia.
Una volta, quando scrivevo nelle mie Smemo o sui miei quadernini, partivo con auto filippiche dal sapore piuttosto melenso augurandomi di vivere un anno nuovo vendicativo, portando a casa quanto lasciato per strada in quello che stava per finire.
Poi col tempo forse per vari motivi, tra i quali da non sottovalutare c'è "the more you change the less you feel", pezzo di Tonite Tonite degli Smashing Pumpkins, oltre ad avere smesso di fare bilanci e previsioni, mi sono reso conto che finivo nell'impantanarmi nella retorica più classica.
Cosa significa augurare solo cose belle? Un conto è farlo per le scale ad un condomino, magari per levarselo dalle palle il più in fretta possibile, un conto è dirlo o scriverlo ad amici, quelli veri ai quali ci teniamo per davvero.
Ci ho pensato qualche anno fa e mi è uscito un augurio diverso dal solito ad un'amica. Non sapevo come l'avrebbe presa, ma glieli ho scritti lo stesso e siamo ancora amici e mi cura ancora i miei infortuni fisici in modo sempre impeccabile.
Augurare sempre le solite cose è superficiale, lo fa chi non ha tempo o non ha voglia di trovarlo (scrivo che è il 31 dicembre 2013 da 1h35' minuti) o chi non pensa qualche attimo.

A me non va di augurarvi un buon 2014, un buon anno nuovo splendido e ricco di soddisfazioni. Perché lo sappiamo benissimo che non potrà essere così che qualcosa di storto potrà accadere e che il male che sentiremo alla fine sarà più grande della gioia delle cose che andranno bene. Vi auguro di non abbattervi mai.
Non vi auguro tante care cose come se lo augurano i vecchi o loro lo augurano ai giovani neanche fosse una specie di maledizione travestita. 
Vi auguro che vi succedano cose, ma care o meno, tante o poche che siano, che vi soddisfino lo stesso e che siano costruttive, anche se non saranno come le desideravate. 
Di avere la forza di affrontare e superare gli accidenti.
Non potrà essere un anno a manetta, magari! Ma che qualsiasi strada percorriate, sappia darvi un bel panorama anche se non era quella che volevate intraprendere.
Auguri.
Di quello che volete voi.

Aggiornamento del 2/01/14
Un'amica involontariamente mi suggerisce questa canzone :


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Ultimo dell'anno come sempre

Porca vacca tra 23 h e 5 minuti è il 2014. Si festeggia un anno nuovo e si da una pedata nel culo ad un 2013 che si è portato tutta la merda degli anni passati. Ora ci attendiamo fiduciosi altri 365 più profumati, sapessero già di fieno bagnato sarebbe un miglioramento mica da poco!
Però io quest'anno non sono per niente motivato. A dir la verità è un po' di anni che il 31 dicembre vorrei viverlo in modo diverso. Per me l'ultimo dell'anno si esaurisce con quella mezz'ora buona di botti più pirotecnici e coreografici che fracassoni. Poi si torna dentro e si gioca a qualche gioco in scatola fino allo esaurimento psico fisico. Oppure all'esaurimento degli alcolici. 
Sarò vecchio io forse, ma ho sempre detestato le feste in discoteca (più che altro le discoteche!) o in qualsiasi altra parte che fosse. 

Ricordo ancora l'ultimo dell'anno del 1997, in giro per Cesuna a cercare un'auto introvabile perché il mona del proprietario l'aveva messa in garage (era il riferimento, l'auto) e poi siamo finiti in un posto dall'altra parte dell'Altopiano a cena. La tristezza di scambiarci gli auguri di mezzanotte in macchina per raggiungere la festa alle piscine di Asiago dove sono stato in piedi tutta la nottata bevendo come una grondaia (per altro tenendo botta alla grande!) nonostante fossi sotto antidolorifici con un ginocchio gonfio per essermi rotto il crociato 2 settimane prima. Ricordo gli amici del tempo che ci provavano con alcune biondine che non lasciavano alcuna speranza (sè va là, altro che entrare nella selva oscura, ma senza nemmeno fartela vedere!). Che squallore!
Oppure pochi anni fa ad un'altra festa con altri amici, ci stavamo talmente rompendo gli zebedei che ho finto di essere ebbro fino alle orecchie (partendo dai piedi, intesi...) e poco dopo mezzanotte (o forse anche prima?) ho iniziato uno show con la bottiglia di Pampero. Purtroppo, per motivi ancora ignoti i super acolici non mi fanno granché (chiedere al cugino di Gessica al suo matrimonio, ci siamo messi a bere vari cocktail a metà pomeriggio, quando sono passato ai distillati puri mi ha detto che ero fuori di testa e l'ho rivisto più bianco dopo un'ora abbondante...) così da quel momento ho iniziato a divertirmi da matti! Ma per reggere il gioco siamo dovuti andare via lo stesso. Almeno la bottiglia è venuta via con me!
Un ultimo dell'anno bello che mi ricordo è stato qualche anno prima, forse quello del '94, con tanta neve così e con mia sorella e il suo allora moroso che ci hanno raggiunto in montagna all'ultimo momento ed abbiamo cenato insieme finendo per scoppiare i petardi nella neve. Tutto qua. L'importante era stare insieme. Quella è stata l'ultima volta che ho fatto un ultimo dell'anno con la famiglia completa.

Quest'anno siamo a casa di amici. Ma sono poco motivato. Sarà che ci siamo messi d'accordo all'ultimo momento sarà che quest'anno ci sarebbe poco da festeggiare sarà che ormai la vedo come il solito stress da ultimo dell'anno dove andare cosa fare come fare e con il botto di mezzanotte che sa ancora di lenticchie e manca ancora più di metà menù alla fine ma comunque bisogna ridere divertirsi ad ogni costo. In più c'è l'incognita Tommaso: vedremo che serata passerà e ci farà passare. Altri amici non vengono perché le loro figlie sono ancora troppo piccole: hanno qualche mese, l'anno scorso Tommaso aveva 21 giorni quando lo abbiamo portato dagli stessi amici di domani sera, siamo stati degli sciagurati!!!
Appena Tommaso crescerà mi divertirò con lui a far scoppiare i petardi e giocheremo con lui e gli altri bambini.
Ci provo a organizzare qualcosa come piace a me ma le cose da solo non vengono bene. Quindi per ora accontentiamoci. Devo ancora passare a prendere i botti al solito posto.
Cin cin (se pensate alla sigla di Colpo Grosso fate pure senza complimenti!).
Boom!

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La tollerenza sotto Natale (ma anche Pasqua e Ferragosto etc.)

Lo spirito del Santo Natale dovrebbe renderci tutti più buoni. 
Un cazzo. 
Chi è stronzo bastardo cattivo e figlio di puttana lo è anche a Natale. Forse anche peggio. Il Natale acuisce il proprio modo di essere. Perché per qualcuno le feste non sono altro che un tedio.
Per altri, nonostante sia Natale, si è cattivi solo perché ad esempio si è sensibili ad un corretto senso civico e così alcune cose non vengono tollerate né a Natale né a Pasqua e nemmeno a Ferragosto. Ovvero mai.
Mi considero una persona piuttosto tollerante che non si incazza tanto facilmente, anzi, la considera una fatica inutile e da evitare! Ma alcune cose, o persone, ci mettono davvero poco a farmi incendiare.
Sono quelle persone che non hanno rispetto per gli altri e a vederli nemmeno tanto per se stessi ma a quanto pare stanno bene così, che non hanno rispetto per il vivere civile che disturbano e sporcano, che fingono di vivere male quando invece stanno molto meglio di noi.
Forse inconsciamente le invidiamo perché sono persone estremamente libere vivendo secondo le loro abitudini ma a tutto c'è un limite. E loro lo hanno deliberatamente sorpassato, senza alcuna possibilità di rimediare sia da parte del senso civico che del codice civile.
Per tutti questi motivi non tollero queste persone. Che da qualche mese vivono nel mio quartiere.
Quello che non riesco a sopportare è la loro presenza. All'inizio l'avevo vissuta con distacco. Poi però si sono confermati quelli che sono in realtà. Incivili.
Passano ogni giorno e più volte nel bar che c'è sotto casa, anche la mattina presto, e disturbano: parlano ad alta voce, suonano il clacson ripetutamente, danno colpi di gas e mandano il motore su di giri e quando se ne vanno sgommano.
Il giorno di Natale li ho visti elemosinare fuori dalla chiesa, fingendo di zoppicare e di stare male (porca puttana, rincoglionito di un benefattore preso per il culo, non li hai visti venirti incontro correndo?).
Poi lasciano la loro sporcizia in giro, l'ultimo caso oggi pomeriggio: nell'unico cespuglio che c'è in cortile c'erano due cartoni di pizza con alcuni pezzi dentro. Quando li ho visti mi sono incazzato perché A 7 metri ci sono i cassonetti dell'immondizia, per l'umido e la carta. Vaglielo a dire tu, se poi sanno che cosa sono!
Con queste persone sono intollerante!

Vi fa differenza se queste persone sono di origine zingara?
Ormai da mesi quella che dovrebbe essere una famiglia (sono tantissimi) ha comprato una casa nel quartiere dove abito. Non so come, visto che in teoria sono poverissimi e si spostano su camper e furgoni mezzi rotti ma, come detto, hanno dimostrato di avere necessità diverse dalle nostre.
Non voglio sapere come sia riuscita ad ottenere quella casa, sono affari dell'ex proprietario (non mi risulta che gli zingari abbiano conti in banca ma i pagamenti oltre i 999,99 euro non possono avvenire in contanti... misteri!). Spero non siano soldi pubblici! Ho visto i vigili fermarsi spesso in quella casa all'inizio. Ma non credo che loro possano verificare certe situazioni. Ma anche se potessero, penso che poi tutto tornerebbe come prime viste le numerose volte che gli zingari giocano a Monopoli (= uscendo di prigione gratis).
La casa la stanno sistemando anche bene, curiosamente hanno iniziato dalla ringhiera e dalle decorazioni esterne ed al momento vivono divisi tra il camper ed un container piazzato in giardino.
Conosco persone di colore, omosessuali, di diversi idee politiche, interisti, milanisti, romanisti e perfino veronesi e ci vado d'accordo (solo con una certa borghesia elitaria incontro qualche difficoltà ma sono problemi miei).
Queste persone invece mi fanno incazzare a morte arrivando all'intolleranza totale. Non è questione di razzismo, sarebbe lo stesso se fossero peldicarota come me!
Vengono spesi soldi pubblici per sistemare le loro aree (i c.d. campi nomadi, che a giustificare l'aggettivo rimane pochissimo) e non per sistemare i marciapiedi o garantire i servizi pubblici essenziali come la sanità o i servizi sociali. Per gli zingari invece sì.
Il sindaco Variati nel 2008 ha fatto una campagna elettorale contro gli zingari, con lo slogan di città libera dagli zingari, arrivando a minacciare di espellere dai campi comunali (ma anche dal territorio comunale) intere famiglie nelle quali ci fosse stato anche un solo componente coinvolto in inchieste giudiziarie, all'insegna dalla tolleranza zero definendosi sindaco-sceriffo.
Gli abbiamo creduto in molti e a distanza di 5 anni e mezzo gli zingari oltre a trovarceli ancora qui, adesso avranno un campo rimesso a nuovo e, pare, stringano alleanze elettorali col sindaco! [1], [2].
So bene che hanno una cultura e tradizioni interessanti. Ma per come si comportano quelli che vivono a Vicenza li prenderei a calci in culo. Se noi facciamo quello che fanno loro dobbiamo pagarne le conseguenze mentre loro rimangono impuniti e ci sorridono. No. Non mi va bene. Questa è una differenza intollerabile. E che sia Natale non me ne sbatte una beneamata fava.

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Buon Natale!

Auguri a tutti quanti! Di che?
Di buon Natale! 
Beh, 'buon' buono non lo so. Per qualcuno non lo sarà perché mancherà qualcuno e augurare 'buon' qualcosa recitando una frase fatta è parlare senza pensare. Per qualcuno questo Natale sarà diverso senza dubbio. Ma spero sia un Natale sereno. Non quella 'serenità' augurata in occasione dello scambio di auguri aziendali a dipendenti poco sereni, piuttosto una consapevolezza di essere con persone alle quali si vuole bene e che ti vogliono bene. Nonostante il cuore pesante.
Natale! Chi, il barbiere (che sarebbe Natalino, comunque...)? 
Quanti di noi festeggiano il Natale inteso come natività? Se chiedessi un'alzata di mani, il conto sarebbe molto breve.
Il Natale significa ferie, vacanze, montagna (per i fortunati, mare per quelli ancora più fortunati), neve, regali... qualcuno nemmeno vorrà stare con i parenti o se li vorrà togliere dalle palle o qualcun altro si è già levato di torno scappando altrove per conto suo.
Dov'è che si trova qualcosa di buono in questo Natale allora?
Se nemmeno Babbo Natale, quello in cui crediamo di più, nemmeno esiste? 
Aspettiamo più un simpatico panzone col barbone bianco dalla profonda risata bonaria e le sue renne che il simbolo della nostra religione.
Bello spirito.
Tanto vale scherzarci sopra! Almeno con il vecchio panzone non si viene tacciati di blasfemia.
Gli anglofoni nei loro auguri scrivono "Season's greetings", che sarebbe come "Auguri di stagione", tanto per non colpire la sensibilità altrui, ma trovo che non ci sia niente di più insignificante.
Auguri. Di tutto.
Alla fine ci riduciamo ad un generico e ateo "Buon feste!". Almeno troviamo riparo nella lingua italiana.
Tanto nessuno più pensa al significato della parole.
Auguri.
Buon Natale, nonostante tutto.



PS: lo so, non è una carrozza ma una slitta e non ho voglia di correggere!

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Nelson Mandela

Nelson Mandela è una icona. Non una icona da maglietta come lo è diventanto Ernesto Guevara. Nemmeno come una di quelle tante mezze star più o meno tossiche che intossicano il cervello globalizzato e uniformato di tanti giovani.
Un leader perché il suo carisma era immenso e il popolo lo seguiva senza dover fare tanto chiasso. Nelson Mandela è un mito, mite e vero che ci ha insegnato la forza di volontà ma anche quella del perdono e del rispetto reciproco. Mi fa impressione vedere tutta quella folla il giorno del suo rilascio l'11 febbraio 1990, tra applausi incitamenti e qualche offesa da parte degli afrikaners.
Ironia della sorte, sto parlando di speranza in questi giorni ai ragazzi. E persone come lui per tutto quello che hanno fatto fino a poco tempo fa mi danno la speranza che le cose migliorino. Per quello che trasmettono, per il messaggio che comunicano. Niente di banale né facile da portare avanti. Ho speranza finché ci sono persone così.
Quando ho iniziato ad avere una certa coscenza, mi sono chiesto come sarebbe stato il mondo senza persone come Papa Giovanni II, Madre Teresa di Calcutta o Nelson Mandela e ammetto che mi faceva paura pensarlo. 
Perché sono state persone di una generazione passata, che ha voluto cambiare le cose, persone forti e sognatrici che hanno portato avanti con caparbietà e coraggio e non senza fatica un messaggio ed un sentimento che dovrebbero essere comuni a tutti. Prima ci affidavamo a loro alle loro parole. Erano presenti e la gente li seguiva. Adesso che non ci sono più, chi farà la fatica di prenderà il loro posto? Come diventerà il mondo?
L'uomo ha dimostrato nella sua storia di essere capace di non imparare dal passato, di scordarlo appena si volta pagina. 25 anni passati rinchiuso dentro una stanza dove poteva appena allargare le braccia e tanti sforzi per dire che siamo tutti uguali e che abbiamo gli stessi diritti (e doveri) non possono né devono essere trascorsi invano. Madiba era un Invictus, 'mai sconfitto'. Se non portassimo avanti la sua lezione, saremmo noi la sua sconfitta.
Sta ad ognuno di noi portare avanti quello che ci ha voluto insegnare. Come?
Spero che oggi qualche genitore e qualche insegnante spenda più di una parolina su Nelson Mandela.
Al quale non saranno mai sufficienti tutti i nostri grazie.
Forse più di qualcuno scorda Frederik Willem de Klerk, l'ex presidente dei Bafana Bafana e poi vice di Madela, un bianco che ha lottato per i diritti dei neri in Sud Africa, per l'abolizione dell'apartheid e grazie al quale la liberazione di Mandela non sarebbe stata possibile.

Mi piace la poesia di William Ernest Henley che lo ha ispirato e confortato durante la sua prigionia. Se non lo sapete, l'autore non se l'è passata molto meglio de leader sud africano. Eppure, nonostante tutto, non aveva paura, anzi, come disse poi Mandela: "Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la capacità di vincerla".

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.

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Pensiero della notte

Se fossi in un film, o in un romanzo, sguscerei fuori dal garage in sella alla Bonnie e andrei in giro per la città vuota buia e bagnata, senza far caso alla pioggia che mi viene addosso e scivola via. Con ogni probabilità il problema nemmeno sussisterebbe.
Il suono del due cilindri britannico, che esce dai due scarichi risuonando alto e forte mischiandosi con quello degli pneumatici che spezzano l'acqua sull'asfalto, sarebbe una colonna sonora perfetta. Ma se dovessi scegliere, allora mi piacerebbero i Marlene Kuntz, magari una delle loro spore di H.U.P.
È che la vita non è una cosa finta né inventata. Per fortuna però  siamo liberi di immaginare.
Buonanotte

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Keep Calm and... proviamo!

Sono qui che ci sto pensando.
Vado o non vado?
Perché alla fine potrei rischiare troppo.
Sto fermo un'altra settimana piuttosto che un anno intero?
Questa sera c'è la terza partita di campionato (o meglio, il recupero della seconda, posticipata a oggi per mancanza di giocatori avversari) ma io sto smaltendo una contrattura al polpaccio destro.
Mi mancava, questa. Al calcio fino ad ora ho dato tanto in termini fisici: una clavicola, diverse caviglie, un crociato anteriore con menisco esterno abbinato, uno stiramento ed ora anche questa cosa qui. Sono fermo da due settimane. Da tre giorni non sento niente, fastidio, contrazione, indurimento, dolore, fastidio niente.
E oggi si gioca. Considerando che il campionato si gioca di venerdì e questo venerdì è festa e l'organizzazione (il CSAIN, diamo merito!) ha ben pensato di mandare tutti in vacanza (questa è serietà!) e che il prossimo invece sarò via per pregressi impegni famigliari, dovrei aspettare 3 settimane per una partita.
Porca miseria!
No, troppo!
Ho letto i vecchi post che ho scritto quando ho smesso di giocare a calcio (a 11): parlano di voglia di giocare, di competitività, di fame, di stare in mezzo a un campo.
Pensare che da piccolo mi ci avevano costretto a giocare a calcio.
Invece anche per un campionato di calcio a 5 amatoriale sento ancora quelle sensazioni che mi hanno accompagnato da quando ho iniziato.
E così andiamo lo stesso, proviamo e vediamo come va. Sperando che non mi scoppi all'improvviso il polpaccetto (in effetti, il destro dopo l'infortunio al ginocchio è il gemello più piccolo del sinistro!) ma al massimo si irriti poco a poco come due settimane fa.
E se non succede niente, diamoci dentro.
Chissà quando mi andrà via questa voglia. Ho ancora fame e non sono ancora sazio!

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Generazioni

Ancora una volta, una volta in più di quello che vorremmo, lunedì pomeriggio abbiamo salutato il papà di un nostro caro amico.
Ancora, sì! Un marito ed un padre che non aveva ancora compiuti i 70, con ancora tante cose da dire, fare, vedere.
A quanti amici abbiamo detto “mi dispiace” o “condoglianze” in questi ultimi anni? Fatalità vuole che fossero tutti padri (e la maggior parte di loro dello stesso quartiere). E non lo trovo giusto perché erano ancora giovani, tolti ai loro famigliari troppo presto.
Intanto, arzilli 90enni tirano a campare più o meno coscienti della loro vita, in attesa che la Signora Nera (o il Signore) li venga a prendere.
Invece di ringraziare di essere ancora vivi, maledicono ogni giorno. Altri invece nemmeno sanno di essere al mondo.
Una cosa che non mi piace e che mi fa molta rabbia ma non ci posso fare granché, il minimo è ringraziare chi che sia di poter salutare gli ultimi nonni rimasti (nemmeno miei a dir la verità ma li considero tali).
Alcune persone le ho viste più in chiesa per un funerale che in altri momenti normali o più gioiosi. Per questo apprezzo e considero sempre più importanti i nostri rari incontri organizzati, come la cena di Rocco a casa di Didi a fine settembre.
Anni fa salutavamo i nonni o i pro zii.
Adesso, anche se prematuramente, i nostri genitori.
“I prossimi siamo noi” disse un amico qualche mese fa.
La vita scorre veloce e noi a volte ce ne accorgiamo tardi.

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Fiorentina - Juventus secondo me

Non trovo nulla di eccezionale in quello che ha fatto la Fiorentina domenica contro la Juventus. Quante rimonte di due gol si sono viste nella storia del calcio? Sorprende che hanno fatto il quarto? Sorprende che sia stata una rimonta contro la fortissima Juventus? Centra che la partita fosse Fiore-Juve? Centra che la Viola non batteva la Signora in casa da 15 anni? I media stanno montando il risultato da 2 giorni: non lo saprò mai ma sono curioso di sapere se sarebbe stato lo stesso se al posto della Juve ci fosse stata un’altra squadra come il Cagliari.

Sono Gobbo ma non voglio difendere la mia squadra, anzi, è indifendibile! Appunto per questo non trovo qualcosa di eccezionale nei quattro peri concentrati in quei pochi minuti. Errori di squadra e difensivi da calcio dilettantistico, evidenti e imbarazzanti. A parte il rigore (dubbio), gli altri sono stati tre regali. Avessero fatto gol in azioni complesse (tipo il primo dell’Arsenal al Norwich sabato pomeriggio) sarei salito anche io sul carro a spargere incenso sul Ponte Vecchio. Ma quei tre gol sono stati fin troppo facili.
So cosa significa fare gol, so che segnare è difficile e anche il gol di Joaquin (a proposito, l’ho sempre ammirato, un ottimo esterno di centrocampo, speravo segnasse per la Juve e non il contrario, ahimè!) o il terzo pero di Rossi (bentornato davvero, un giocatore che mancava sia alla nostra Nazionale che alla Serie A) possono non sembrare banali. Però derivano da errori marchiani, sono inviti a metterla dentro. Se avessero sbagliato, sono sicuro si sarebbe parlato di gol divorati (e i Della Valle sarebbero stati spellati vivi dai tifosi come sempre, invece che idolatrati da ultrà fuori di testa all’uscita dello stadio).

Ieri sera guardavo Tiki-Taka, un altro programma inutile sul pallone (meno male lo fanno a mezzanotte!). Giancarlo Padovan (uno dei rari giornalisti sportivi competenti e seri, insieme a Massimo Marianella) ha detto l’unica cosa di sensata in due giorni, in quei 10' che ho visto: citava Vidal e Giovinco che scaldandosi, sul 2 a 0, ridevano dimostrando uno scarso e non professionale livello di attenzione e concentrazione (e rispetto per l’avversario, aggiungerei).
Fossi un tifoso della Viola starei attento ai facili entusiasmi, perché più che una vittoria della Fiorentina, domenica è stata una amara e grande sconfitta della Juventus, che ha regalato la partita.
Confermando anche quello che dico da 3 anni:
con Bonucci, Barzagli e Chiellini, la difesa della Juve fa pena!

Infine, mi permetto un'ultima osservazione: non vorrei che tutto il clamore per questo risultato non dipendesse da altre cose extra calcistiche, cronache che con il calcio non hanno niente a che fare, come per esempio un patto sindacale, azioni di maggioranza ed un battibecco mediatico tra Sergio Marchionne, l'AD di Fiat e i Della Valle.

Per la precisione: ritengo molto più entusiasmante la rimonta del Manchester United sul Bayern Monaco nella finale di Champions Leauge del 1999 anche se solo di un gol. Farne due in pochi minuti allo scadere della gara, è stato più che esaltante! Basta vedere la reazione dei giocatori tedeschi dopo il gol di Solskjaer: la partita non era ancora finita, ma loro erano a terra, in tutti i sensi.
Questa è una impresa, mia modestissima opinione, perché i giocatori del Manchester United ci hanno creduto fino all’ultimo respiro, non hanno mai mollato.

 

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Autunno

Mi piace l'autunno. Lo avevo già scritto in precedenza. Nonostante le maniche lunghe e le maglie più pesanti per le prime temperature basse alle quali si fa una certa fatica ad adattarsi, l'autunno trasmette un calore rassicurante.
Saranno i colori accessi che dal rosso sfuocano fino al giallo. Ma in tutto questo trovo uno strano senso di rassicurante malinconia.
Malinconia perché l'estate si sta affievolendo e le giornate si accorciano, rassicurante perché tutto quello che per ognuno di noi è bello trasmette una sensazione buona.
Tra i tanti scorci della mia città che vedo ogni giorno, dai campi della periferia est ai viali alberati vicino al centro città, Campo Marzo (o Marzio che dir si voglia) è particolare per i suoi alberi incendiati e con le foglie che si avvitano verso terra schivano studenti e pendolari e vagabondi che lo attraversano. Poi mi ricorda un pomeriggio della mia infanzia con mio nonno paterno e le nostre chiacchiere tra quei grandi platani nodosi.
Anche certi ricordi trasmettono sensazioni di riscaldante malinconia.

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Moto in città come un videogame

Questo autunno inoltrato è anomalo: scendo in garage alle 7 e mezza del mattino e la colonnina del mercurio ha (già) passato il livello dei 17 gradi. All’improvviso, sento il peso della membrana impermeabile e dell’imbottitura termica all’interno della giacca da moto. Però le previsioni del tempo per oggi mettono pioggia da giorni (le previsioni mettono sempre pioggia, per la legge dei grandi numeri prima o poi ci prendono).
Porcamiseria, anche Nicolas Cage nei panni dell’astrofisico John Koestler nel film “Segnali dal futuro” metteva all’erta su temperature anomale in autunno. E si parlava di fine del mondo!
Ma quello era un film, era finzione. E questi 17 gradi e passa sono realtà e non c’è da interpretare alcun codice che prevede disastri .
L’unico disastro semmai  è da affrontare ogni giorno: il traffico urbano che ci mette in difficoltà quotidiana in sella alla nostra moto, perché anche in una città di provincia circolare in moto diventa una specie di video game dove i biker hanno il compito di schivare i numerosi e vari pericoli che si incontrano per strada.
Un "Hunger Game" urbano, e vedi mai che qualcuno ad Hollywood non copi l’idea, dove i motociclisti lottano per la sopravvivenza in un tutti contro tutti insieme ad automobilisti, ciclisti, pedoni con tanto di sorprese che affiorano dall’asfalto.

Ogni giorno un motociclista condivide le strade che percorre con molte altre persone: automobilisti, ciclisti e pedoni. Ma chissà per quale motivo si prendono tutto il territorio possibile a disposizione utilizzandolo a loro piacimento, come se ne fossero i padroni.

Le auto che sbucano da vie laterali immettendosi in strada con irritante lentezza, che frenano all’improvviso senza motivo, che cambiano corsia senza mettere la freccia oppure con la freccia in funzione proseguono per la medesima direzione traendo tutti in inganno, oppure. E poi ci sono le rotatorie, trappole della giungla urbana, una roulette da affrontare facendosi un preventivo segno della croce sperando di non venire cecchinati da auto che si buttano a tutta velocità dietro alla scusa “mi sono immesso per primo e faccio quello che voglio”
Altri nemici ai quale fare estrema attenzione sono le corriere e gli autobus, che sfruttano la loro mole elefantesca per occupare la strada indifferenti dell’altrui presenza, che sia a quattro o due ruote. A loro si deve dare spazio, perché l’alternativa è che se lo prendano senza chiedere.
Altre variabili imprevedibili sono i ciclisti: grazie alla scusa ecologica si arrogano mille diritti, come quello di occupare il manto stradale quando il comune ha messo a loro completa disposizione (con i soldi pubblici, quindi anche i loro) una ampia protetta e delimitata pista ciclabile, oppure te li trovi davanti all’improvviso attraversando le strisce pedonali (pedonali, avete capito, non ciclabili, quindi il ciclista deve scendere dalla bicicletta e camminare, non pedalare) senza preavviso, insieme ai pedoni. Questi ultimi sono altrettanto pericolosi, specie se hanno una carrozzina: affrontano la strada come se non la avessero e incuranti di avere un oggetto piuttosto invadente tra le mani, espongono al pericolo stradale prima il passeggino e poi guardano se possono attraversare (quando guardano!). Facessero il contrario, il numero delle angina pectoris sarebbe in calo verticale.
Ai fini statistici quindi, i pericoli per i motociclisti urbani arrivano principalmente dai lati.
Sembra di vivere quotidianamente un videogame con il compito di arrivare incolume al traguardo schivando gli ostacoli.

La giungla urbana cela le sorprese più subdole nel basso, proprio nell’asfalto che percorriamo ogni giorno: la stabilità e le abilità dei motociclisti infatti vengono messe alla prova da buche (o veri e propri crateri se piove per due giorni di fila) in mezzo alla strada, dagli scalini delle rotatorie, dai dossi dissuasori di velocità che sono un ostacolo anche per le auto, dalle strisce colorate che sono un vero e proprio scivolo per le due ruote.
Per non parlare dei lavori stradali, vere e proprie ghigliottine: non capisco perché quando si rifà l’asfalto, le strade non sono allo stesso livello del manto precedente col risultato di dover schivare anche angoli concavi, oltre a quelli convessi! E sono sempre di più le strade che assomigliano a dalmata.
Alla fine i lavori stradali non tengono in considerazione i motociclisti: una riasfaltatura fuori livello è già un pericolo per le automobili, figuriamoci per la moto, la cui stabilità conta su due ruote in meno.
Lo sappiamo, per ogni moto circolano 10 auto. Ma se guardiamo bene, dentro ogni abitacolo, c’è un solo automobilista. Noi motociclisti non possiamo sempre sfruttare lo spazio a nostra disposizione. Se circolassero due persone per auto, si potrebbero dimezzare i mezzi in circolazione. Invece si preferisce scegliere per la solitudine all’interno di una scatola di lamiera. Anche noi motociclisti siamo solo ma è un uno contro uno impari: loro protetti dentro grandi scatole, noi in sella esposti all’aria. Come i ciclisti ed i pedoni: per questo dovrebbero prestare più attenzione anche loro.
Perché alla fine tutta la disquisizione si riduce a questo: oltre che al rispetto del codice della strada, bisogna prestare attenzione. Agli altri.
Prima si parlava di video game. Ma qui invece si parla di realtà, dove non ci sono crediti o monete da inserire né trucchi per rendere le cose più facili.
E alle volte finzione e realtà finiscono per fondersi. Il pericolo è quello di vedere nei cataloghi dei vari customizzatori dei cannoni al plasma, altro che filtri conici e nuove centraline elettroniche, in barba alle prestazioni. Così sì che l’Hunger Game sarebbe completo.

Nel frattempo, mi adeguo con l'abbigliamento adatto:

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Classic bike e ABS. Ma la testa?

In barba ai business men milanesi, quindi in anticipo rispetto a Eicma 2013, Triumph ha presentato alla stampa la versione 2014 della Bonneville, Scrambler e Thruxron. Ovvero, le sue Classic bike.
I commenti che ho letto sono nella norma: le Triumph Classic sono sempre belle e sempre attuali ma non sono veloci e hanno inserimenti in curva piuttosto imprecisi, le sospensioni posteriori sono dure e la frenata all’anteriore debole.
Difetti che ritrovo in parte nella mia, essendo felice rider di una Bonnie a carburatori del 2006, ma in mezzo al traffico ci guizzo senza problemi, al contrario di quel che si dice.
Tutto sommato, a parte qualche dettaglio estetico, nulla di nuovo. Da una parte mi chiedo perché, visto che sono anni che si scrivono le stesse cose e un minimo miglioramento pratico sarebbe più che benvenuto. Dall’altra parte penso che va bene così, perché sono motociclette fatte per rimanere originali, nel senso di origine, e se qualche biker volesse renderla più moderna o più come piace a lui, può sempre sbizzarrirsi con voluminosi cataloghi aftermarket.

Quello che comprendo meno invece sono i commenti sulla mancanza dell’ABS sui nuovi modelli di Bonneville, Scrambler e Thruxton. Molti infatti si sono lamentati perché neanche nel 2014 dC queste motociclette saranno equipaggiate con il sistema antibloccaggi delle ruote, utilissimo se non indispensabile per non cadere in caso di frenata o di pioggia.

Mi permetto alcune osservazioni: l’ABS non evita di cadere, perché se inchiodi e magari sterzi un pelo, ti si chiude l’anteriore e voli a terra. Non è che con l’ABS si può fare quell’ostia che si vuole in sella e correre ai 130 in città. L’ABS non ti salva la vita se ti trovi in condizione di inchiodare, sia ai 30 che ai 100 all’ora, perché in queste situazioni sei già abbastanza nella merda.
Inoltre, l’ABS non accorcia la frenata, anzi.
In  più, se piove, perché vai in giro in moto? A meno che non ci si faccia sorprendere da un acquazzone improvviso finché si è in giro, di solito se piove uscire in moto non è molto indicato.
Infine, vorrei sapere se quelli che reclamano l’ABS sulle loro moto indossano un casco regolare e correttamente allacciato e abbigliamento protettivo (giacca, guanti, pantaloni con protezioni CE e calzature) oppure girano in città in bermuda e ciabatte (perché fa caldo).
In giro per le strade ci sono già tanti rimbambiti tra auto, bici e pedoni, vediamo di iniziare a proteggerci da soli: la propria vita, una volta in sella, dipende prima di tutto da noi. Si possono avere otto ABS a disposizione ma se non ci si mette addosso una giacca non ci si deve lamentare della frattura (se va bene). A cosa serve l'ABS se non c'è la testa collegata? A mio modestissimo parere, sarebbe meglio avere più testa e meno ABS. E le protezioni giuste indosso.
Poi, ABS più o meno, è relativo.

Poi, contento chi vuole fare lo sportivo con una moto del genere... io comunque, per quanto consentito, le mie sgommate col posteriore se voglio le faccio e mi diverto. Chi si accontenta gode.
Incollo qui un commento che condivido in pieno.

Buon giro a tutti.

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Superficialità e negligenza

È da un po’ che manco di parlare di politica. Questa mattina è arrivato un grande stimolo. Dopo aver represso con forza qualche bestemmia (perché ero in ufficio, altrimenti mi sarei sfogato). Quello che ho letto oggi mi ha fatto venire il sangue agli occhi.
Quando l’ho letto ho sbarrato gli occhi. Non tanto perché inaspettato, quanto più per il valore. L’aumento del prezzo del carburante di 6,5 centesimi/litro è tanto. Moltiplicatelo per i litri del serbatoio della vostra auto/moto e per il numero di volte che fate rifornimento.
Vorrei sapere cosa hanno da dire tutti quelli che insultavano il governo Monti fatto di banchieri e professori, perché Letta e compagnia non dimostrano di essere migliori, soprattutto perché hanno un passato recentissimo dal quale non hanno imparato una emerita fava.
La casta sempre più casta paraculata ed il popolo sempre meno sovrano e sempre più bastonato.
L’aumento del prezzo al litro del carburante dimostra tutta l’incapacità governativa e la mancanza di lungimiranza dei nostri governatori.
Nessuno ha pensato alle conseguenze di questo aumento? Non solo alla pompa (intesa quella che eroga il carburante alle stazioni di servizio), ma anche nei consumi in generale: perché così aumenteranno i costi di trasporto di materie prime, beni semilavorati e prodotti finiti che si vanno a sommare all’incremento dell’aliquota IVA. In conclusione: spenderemo di più per fare acquisti, non solo di generi di secondario interesse come per esempio l’abbigliamento e l’arredamento ma anche degli alimentari. Fate venire dalla Sicilia il pesce e le arance con i tir (che non rispettano orari di percorrenza e limiti di velocità pur di consegnare la merce al nord, ma questo è un altro discorso lunghissimo) e vediamo quanto costeranno l’antipasto misto mare e la vostra spremuta di vitamina C.

In anni di crollo costante dei consumi, mi sembra una scelta davvero poco astuta, anche perché così si provoca una conseguente diminuzione delle entrate fiscali, leggi IVA, imposta che grava al 100% sui consumatori: infatti, se non acquistiamo, il nostro caro Stato non ha IVA credito. È notizia recente il crollo del gettito fiscale dall’IVA nei primi 8 mesi del 2013.
Quindi in una sola mossa, i nostri politici riescono a causare un doppio danno alla nazione: diminuzione dei consumi = diminuzione delle entrate da IVA = diminuzione del PIL.
Poi, se la gente non acquista le aziende non producono, e se non producono licenziano personale, che si trova senza stipendio e quindi dovrà per forza ridurre le spese mentre le aziende alzeranno la spesa pubblica richiedendo la cassa integrazione.
Così, oltre a ridurre le entrate dello Stato, si aumenta la spesa pubblica per la CIG.
Splendido! Così al posto di dare uno stimolo alla spesa, si fa l’esatto contrario! Perché? Cazzo vanno a finire quei soldi? A pagare i politici e le loro fantasie?

Forse uno schema facilita la comprensione:



Le persone che noi strapaghiamo per sistemare i conti pubblici, per ovviare ad una situazione di deficit (aumento spesa pubblica e diminuzione entrate, uscite > entrate) e migliorare i conti che fanno? Al posto di dare un impulso ai consumi li uccidono.
Per di più, aumentano la spesa pubblica per pagare una persona che deve capire come tagliare la spesa pubblica (che può anche capire come farlo, ma che alla fine non ci provvede... e sappiamo bene tutti come ridurre la spesa pubblica).
Geniale! Siamo i primi finanziatori della nostra Patria e ci tagliano la capacità contributiva. Eccezionale!
Come togliere il Ventolin ad uno che ha un attacco di asma!

Purtroppo la politica non ha la testa e le palle per scelte lungimiranti, non c’è alcuna politica di medio/lungo termine. Penso che i governanti non l’abbiano mai pronunciato questi due termini.
Eppure c’è un passato recentissimo, giusto poche pagine precedenti nell’album della storia d’Italia. E invece no, sempre la solita cosa.
Che poi, è colpa loro se siamo ridotti così.
E non capisco, e ancora meno accetto, che debba essere io e la mia famiglia, a pagare (gli stipendi loro e dei relativi lacchè ed accoliti vari) per la loro insipienza incapacità ignavia superficialità ignoranza egoismo servilismo.
Voglio vedere un bilancio di Stato, per vedere dove vanno a finire i miei soldi quando faccio il pieno alla macchina. Ma purtroppo, ormai il falso in bilancio non è più un reato.
Sembra che essere un onesto cittadino invece lo sia, e anche molto grave.

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Conflitto di interessi

Ritorno sulla questione stadio a Vicenza che avevo già trattato qui .
In Una città senza sport, dove lamentavo la carenza di luoghi dedicati allo sport a Vicenza, ad un certo punto mi chiedevo come mai Umberto Nicolai, l’assessore preposto, prima si era dimostrato più propenso a mantenere lo stadio Menti ristrutturandolo, per poi cambiare idea passando con i favorevoli al nuovo progetto di stadio a Vicenza Est, lungo la strada verso Padova in una zona che, durante le partite di calcio, diventerebbe ancora più trafficata.



Tra qualche ricerca e qualche colpo d’occhio qua e la dovuto alla mia curiosità, vengo a sapere che sul progetto nuovo stadio a Vicenza Est:
- l’anno scorso c’è stata una mostra al Forum Center, cioè al piano terra del palazzo uffici del comune, in Piazza Biade ed inoltre
- esiste una pubblicazione dello IUAV
In entrambi i casi viene chiamato in causa, nel secondo nella qualità di curatore della pubblicazione, tale Sebastian Nicolai.

Adesso non rompetemi le balle sulla privacy e sulla storia che non mi faccio i cazzi miei che ormai internet ha mandato a puttane la privacy di chiunque.
E poi basta chiedere alle persone, in caso, senza ricorrere a ricerche sul web.
Sì, l'assessore preposto Umberto è padre di Sebastian.
E non ditemi che sono superficiale a parlare di conflitto d’interessi.

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Glemseck 101 2013 - Fotogallery

Con un po' di ritardo, alcune delle tante foto che ho fatto girando per il circuito di Solitude al Glemseck 101. Ho inserito anche il video, Thomas si è fatto un mazzo tanto e si merita la pole position!
Enjoy!

 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
  
 

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