Una pedata al calcio giovanile italiano

Il calcio in generale sta diventando più palloso di una partita di cricket (chi lo conosce sa che può durare giorni): tanti passaggi, tanti errori, pochi tiri in porta, poche emozioni. Lo abbiamo visto al mondiale in Brasile, lo abbiamo rivisto nelle due sfide di Supercoppa di Spagna nonostante fosse il derby di Madrid tra Real e Atletico.

Dopo la disfatta del mondiale, dove la nostra Nazionale di è presentata con una età media alta, si reclamava un rinnovamento del calcio italiano, nuova dirigenza e nuova leva calcistica. 

Di conseguenza, il calcio italiano è ripartito con un presidente federale di 71 anni (Ta-vecchio di cog-nome) e con la conferma del fuoco sacro di Pirlo, dimostrando la totale mancanza di un progetto a lungo termine. Ho notato che i dirigenti delle squadre italiane hanno risposto per le rime e con la loro personale coerenza a questo appello di rinnovamento e ringiovanimento: hanno così portato in Italia tanti giocatori stranieri, più o meno giovani, di dubbia o molto incerta qualità. Sono arrivati anche degli ex fenomeni in età matura, scarti di top club europei che vengono prestati ad una Serie A che non se li potrebbe permettere.
La loro coerenza è dimostrata dal fatto che della Nazionale italiana di calcio se ne sono sempre altamente sbattuti le balle.

I nostri giovani invece espatriano (fuga dei piedi?) in campionati esteri come Germania, Inghilterra e Portogallo. Il vice capocannoniere delle ultime due edizioni della Eredivise, il massimo campionato olandese, è finito in Inghilterra al Southampton. E' Graziano Pellè, italiano. Fosse stato di qualsiasi altra nazione, Gambia, Colombia o Uzbekistan, sarebbe stato tutto diverso. 
Intanto nell'Under 21, una volta la fonte della Nazionale maggiore, è ricca di calciatori che giocano in Serie B e nelle competizioni si nota che è una Nazionale giovanile di serie b. 
Poi i giornalisti italiani si riempiono la bocca di parole delle quali nemmeno conoscono il significato come cantera.


Forse meglio così: forse la Serie A non è più il campionato più bello ed ambito del mondo ed in quelli esteri i giovani calciatori italiani possono crescere meglio e possono tornare in Italia più maturi, sia da un punto di vista umano che sportivo e magari potendo dare qualcosa in più alla Nazionale.
In fondo si diceva cosi anche per gli stranieri che venivano nel nostro campionato, venti e passa anni fa!

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