Riattaccare la spina

Tra pochi giorni Maria partorirà nella grotta quel bimbo che fattosi uomo sconvolgerà il mondo e noi per ricordare questa ricorrenza correremo come rimbambiti dentro e fuori dai negozi per svuotarci le tasche imbandire tavole riempirci lo stomaco e fare regali ai nostri cari.
Lo so, è la mia solita visione fredda staccata e nera delle cose e delle persone che riesce a farmi stare subito simpatico alla gente come un badile nel naso.

Sarà che questa situazione di immobilismo nella quale mi trovo impantanato mi ha scaricato delle poche energie positive di cui sono dotato.

Da non praticante e cristiano-scettico ho sempre visto il Natale solamente come un bel periodo di interruzione della quotidiana catena di montaggio, un periodo dove si stacca la spina al tapis-roullant del tempo ci si ferma per un po' e si può stare nel migliore dei modi con i parenti e vivere con più serenità questi momenti.

Se avessi del tempo da interrompere.
Perché mi trovo nella situazione opposta e cioè con un forte desiderio di interrompere questa interruzione!
Ogni giorno sembra di stare in vacanza, senza lucette che luccicano ad intermittenza e senza alberi o (per fortuna) paciosi ciccioni sconosciuti che tentano di entrare dalla finestra, vivendo coi parenti e di avere molto tempo a disposizione con la sola differenza affatto che non lo vivo con serenità.
Già non so cosa mettere in mezzo la carta da regalo e mi sento in enorme ritardo e in profonda colpa.
Quindi o quest'anno abolisco il Natale oppure devo convincere qualcuno a darmi una mano a srotolare il tempo, a riattaccare la spina al tapis-roullant.

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