Carità disarmonica

Complice la neve e la voglia di cioccolata ieri pomeriggio io e Anna siamo andati a Monte Berico salendo le scalette dell'Arco palladiano. L'ultima volta che le avevo fatte era l'agosto del 2005 di corsa durante un allenamento e avevo fatto meno fatica.
Allora, Monte Berico sarà per il 98% di proprietà della Curia vicentina tra suore di diverso ordine e frati. Il restante 2% apparterrà a noti imprenditori e liberi professionisti.
Quello che più mi ha colpito ieri passeggiando per quelle viette che dalla fine dei 183 gradini delle scalette porta al Cristo, un falso piano lungo la salita verso la basilica barocca dedicata alla Madonna, sono state due cose: l'imponenza e la quantità di spazio che hanno a disposizione i religiosi.
Palazzi cinquecenteschi perfettamente mantenuti dalle spesse mura che tengono fresche le stanze dall'afa estiva e proteggono dal gelo invernale, grandi giardini piantumati e vialetti ghiaiosi. "Però, mica roba da poco!", penso, "e sono pure bravi a mantenerli!". Mi immaginavo frati e suore con tanto di cappellino di carta in testa, maniche della tunica arrotolate a dare di cazzuola su per il muro o con occhiali da sole avvolgenti passare su e giù per il giardino a rasare l'erba del parchetto. A ritmo di rosario.
Con il cazzo invece! Perché i religiosi, la curia in generis, sì che fanno del bene perché danno lavoro agli altri per mantenere le loro proprietà. E non essendo ne' poche ne' piccole il lavoro di certo non manca.
Solo che qualcosa no va, come una strofa disarmonica nel pentagramma.
Mi guardo attorno, guardo i possenti mattoni marmorei che adornano l'invalicabile (?) muro di cinta. Mi giro e guardo la città ai piedi del Monte, quasi implorasse sotto la neve.
Ed eccola qui la disarmonia...
Perché allora, ai piedi della scalinata, al gradino numero 1, i barboni vengono mandati via dalle forze dell'ordine e all'esterno della Basilica della Madonna di Monte Berico un (presunto?) povero elemosinava per sua figlia?
Perché chi predica povertà semplicità carità aiuto per il prossimo se ne sta a pregare chiuso al caldo d'inverno e al fresco d'estate nel suo lussuoso palazzo invece di uscire in strada per fare davvero qualcosa di utile per chi ne ha davvero bisogno?
Quante stanze vuote hanno a disposizione per chi non ha un riparo dal freddo e un pasto caldo? Perché si tengono tutta questa ricchezza per loro?
Dov'è la carità che predicano?

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2010, fuga da Vicenza

Qualche anno fa parlavo con un esponente politico della mia città (allora all'opposizione) riguardo la nostra città e la costruzione del nuovo tribunale.
In quello vecchio ci sono più topi scarafaggi e avvocati rampanti che magistrati giudici e materiale di cancelleria. Insomma è messo malissimo! Per fortuna grazie a un accordo tra due amiconi, uno testimone di nozze dell'altro (si sa che il presidente del A. C. Milan e l'allora sindaco di Vicenza sono sempre stati culo e camicia), si trovano i soldi per la nuova casa della giustizia! E' bastato che lo sposo in cambio cedesse a una delle società amiche del suo testimone un'area ideale per piazzarci su il nuovo tribunale.
Tralascio che i lavori urbanistici devono ancora iniziare e che il nuovo palazzo sia una schifezza architettonica che copre la visuale aperta sulla città e sulle Pre-Alpi. Tralascio anche che per questa nefandezza di calcestruzzo e vetro si sia demolito un edificio industriale storico, l'ex cotonificio Rossi, un monumento di archeologia industriale.
Poteva diventare un centro giovanile, un'area direzionale e abitativa ricavandone dei loft, un museo a memoria dell'industria tessile capace di attirare turisti sfruttando anche la vicinanza con Villa Capra La Rotonda e Villa Valmarana ai Nani (sì, quella degli affreschi del Tiepolo) e Monte Berico passando per l'Arco delle scalette, in un bel percorso pedonale. 
Boh, si vede che a Vicenza e alla sua agenzia di promozione turistica interesserà qualcos'altro e i turisti daranno fastidio...
Così come sempre hanno prevalso i soldi e gli interessi di due amici e dei loro lacchè e di quell'industria è rimasto solo il camino con la storica insegna della "R" (che qualcuno ricorderà sulle maglie del Real Vicenza - Lanerossi Vicenza).
Dicevo, parlando di quello che è stato un accordo tra amici, si criticava che quella amministrazione comunale stava svuotando il centro storico, dato che il nuovo teatro cittadino sarebbe stato messo (appena) fuori le mura e che il nuovo tribunale stava sorgendo lungo il fiume Bacchiglione, lontano dal centro storico e rischiando così che gli avvocati abbandonino i loro uffici nei palazzi cinquecenteschi sparsi per le vie palladiane per avvicinarsi al nuovo palazzo di giustizia, a discapito anche dei locali pubblici già in difficoltà.
Solo che ora, guardando il nuovo PAT (Piano di Assetto Territoriale) che ridisegnerà la Vicenza del futuro (mi viene difficile immaginare un futuro, un qualcosa di dinamico, per una città pressoché immobile...) mi accorgo che, oltre a queste due opere, anche altre due verranno spostate dal centro storico a fuori le mura: il Municipio e lo Stadio! E la decisione è stata presa dalla nuova amministrazione comunale di cui fa parte anche quel politico di cui accennavo all'inizio!
Infatti, nel nuovo PAT stabilito dall'alleanza di centro-sx, si intende spostare il nuovo Municipio.
La sede del Comune di Vicenza è Palazzo Trissino, progettato dell'arch. Vincenzo Scamozzi nel 1588, collegato direttamente con la Loggia del Capitaniato, realizzata dall'arch. Andrea Palladio nel 1572, ora sede del Consiglio Comunale che si affaccia su Piazza dei Signori e sulla Basilica Palladiana.
Ora il progetto prevede di abbandonare questi palazzi storici, patrimonio dell'Unesco, per ricostruire il Municipio vicino alla stazione dei treni e dei bus, in un quartiere di frontiera che sembra un porto, mal frequentato da extra comunitari puttane disperati e figli di nessuno, appunto per ripristinare quel quartiere residenziale e direzionale scacciando la feccia che lo sta infestando da diversi anni (e che si sposterà infestando altri quartieri).
Inoltre, è previsto l'abbattimento di un altro 'monumento' storico per Vicenza: lo stadio Romeo Menti. Posto dal 1935 sulla riva sinistra del fiume Bacchiglione alle porte del centro, reo di creare troppi casini alla viabilità prima durante e dopo le partite all'intera città intasando il traffico e non rispondendo alle norme di sicurezza del decreto-idiozia del Ministro Pisanu (che ha dimostrato di non saperne molte in materia di sport agonistici e invece di saperne tantissimo in favoreggiamento alle tv a pagamento). Prima di questo decreto porcellum, quando al Menti si andava a vedere il Lane in Serie A in 20.000, problemi di strade chiuse non ne esistevano, si sopportava il caos dopo le partite e si tornava a casa o si andava in centro in cinque minuti perché lo stadio è a pochi passi. 
Adesso lo vogliono abbattere, insieme ai ricordi del Real Vicenza, dei fantastici anni di Ulivieri e Guidolin e la vittoria in Coppa Italia [1][2] e la corsa in Coppa delle Coppe, per fare spazio al polo meccatronico dell'università o per farci degli appartamenti degli studenti, e spostarlo verso est, in una zona congestionata da due centri commerciali e un cinema multisala nello spazio di pochi chilometri. Non mi pare una mossa geniale. Anzi, si sposta il problema della viabilità in quell'altra zona! Ma che ci importa dei ricordi che ci lasciano il magone ché chissà quando potremmo rivivere certi momenti. Almeno lasciateci quello che è stato il suo teatro! Londra è una metropoli di 10 milioni di abitanti, ha 7 squadre che giocano tra la Premier League e le altre categorie in 7 stadi differenti e non ci sono mai stati problemi di viabilità ne' di ordine pubblico. Il Vicenza e Vicenza non hanno bisogno di un progetto così enorme. Basta rimodernare il vecchio Menti collegandolo con la metropolitana di superficie o linea del tram che sia (è in previsione), a pochi metri dallo stadio passa la linea ferroviaria, direi che più comoda di così non si può!
Io continuo a sostenere un incentivazione del mezzo pubblico per muoversi in città e verso la città! Perchéccazzo il Lanerossi Vicenza non trova un di accordo con le Aziende Municipalizzate e le FTV per un'agevolazione per gli spettatori come per esempio una % diversa di sconto a seconda del tifoso abbonato o solo col biglietto???
Come tutte le cose politiche non so se e quanto tempo ci vorrà prima che questo piano territoriale vedrà la luce.
Rimane però il fatto che la politica di opposizione di quel tempo, che adesso è alla maggioranza, ha concepito un piano dalle conseguenze contrastate a suo tempo coi ruoli invertiti: lo svuotamento del centro storico. Giganti palazzi centenari che tanto tronfiamente presentiamo come patrimonio dell'Unesco si svuoteranno ingrigendosi sempre di più.
Temo che sarà così che Vicenza non sarà più dei vicentini. Con ogni probabilità lo sta già diventando, basta sentire le voci "spaventate" di chi vede un foresto girare per Corso Palladio, quasi fosse un marziano.

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C'era una volta...2

C'era una volta, nel finire degli anni '90, un agriturismo situato sui colli vicentini dove poter ammirare uno splendido panorama di rigogliosa natura, respirare aria sana e tranquilla e immaginarsi la vita agricola dei tempi passati.
Questo posto era l'Agriturismo Cri*chelon.
Un luogo dove potersi rifugiare nelle sere dei fine settimana insieme agli amici per qualche ora di lieto svago e fare nuove amicizie, abbandonandosi in abbondanza alle pietanze ed alle bevande inneggianti alla genuina tradizione locale. Caldo o freddo che fosse questo posto riusciva sempre ad accoglierti coi sapori casalinghi ed artigiani di piatti ricolmi di pasta e sughi, di ammassi di carne alla brace, di vini rossi semplici ed accattivanti provenienti da uve colte e pigiate poco lontano.
C'era una volta. Una volta. C'era.
Non c'è più! O meglio, c'è ancora! Eccome se c'è, ben più grande! Si è ben ampliato sulla collina sulla quale è situato, cementizzandola con un nuovo residence con 13 splendide stanze (oltre alle altre 9 dell'albergo).
Dopo molto tempo ci sono tornato sabato sera con degli amici per festeggiare due futuri sposi e la loro casa nuova. L'ultima volta ci sarò stato 3 anni fa, si festeggiava un compleanno quella volta, e abbiamo mangiato molto bene.
Passare da una pizza a un ristorante-agriturismo fa differenza, soprattutto economica, ma al Cri*chelon ci sono affezionato dai ricordi tardo adolescenziali, alcuni molto annebbiati dall'alcol a dir la verità. Per esempio, non ricordavo mai come riuscivamo a tornare indietro in macchina per quella discesa ripida e tortuosa. Ma questa è un'altra storia.
Così sabato con Anna e amici sono tornato indietro nel tempo. O almeno così credevo!
Intanto il cameriere ci ha subito chiesto se volevamo dei bis di primi o preferivamo vedere il menù.
In questo posto, una volta, il/la cameriere/a ti leggeva i piatti della sera e poi si andava giù di grigliata ben annaffiata di vino.
Tra l'incertezza generale abbiamo optato per vedere l'offerta del menù e mi sono subito chiesto chi cazzo avesse scelto di venire a festeggiare lassù! La cosa curiosa è che sabato io e Anna siamo stati a Venezia fino a metà pomeriggio (visita a una dozzina di chiese per volere di Dyo): finché lei ne visitava una io mi sono soffermato davanti il menù di una ostaria e mi sono sorpreso che un piatto di pasta all'amatriciana costasse ben €7,50.- Sticazzi, essere in laguna veneziana o sopra i colli vicentini ha lo stesso prezzo! Con la differenza che il posto dov'ero sabato sera si vanta di preparare tutto in casa, quindi con bassi costi di produzione (e considerando che è anche un agriturismo immagino che possa godere di alcuni incentivi europei...).
Opto per dei ravioli al radicchio con crema di mandorle, in un incontro di sapori inedito!
Intanto inganniamo l'attesa dei piatti con le solite quattro chiacchiere intervallate dalla sobria frizzantezza di un leggero rabosello.
All'arrivo dei primi piatti i nostri sguardi si incrociano con celerità stretti e sospettosi, chiedendoci all'unisono "Tutto qua?".
Il piatto di Anna è bello: largo, 30cm almeno, con un bordo ampio e al centro un buco (bu-co!), dove sono stati posizionati alcuni dei suoi gnocchi di zucca spruzzati da una lieve nevicata di tartufo mentre i gamberi che concludono il piatto (appunto, gnocchi di zucca con tartufo e gamberi) sono nascosti in fondo, solo uno è uscito dalle macerie dei sette gnocchi.
Anche i bigoli col ragù di pomodoro o di anitra sono alquanto ristretti, ben presentati senza dubbio, anche buoni certo, ma scarsi di quantità!
In questo posto, una volta, era il contrario: si vedeva prima la pietanza ordinata e il piatto lo scoprivi solo alla fine. Adesso vedi solo il piatto. E basta.
Anche i miei ravioli rispettano i dettami della cucina moderna: 3 ravioli 3 farciti di crema di radicchio appena bagnati da una salsetta di mandorla e qualche misera foglietta di mandorle a decorare (o giustificare?) il piatto.

Si fa presente che per meglio mostrare la presenza dei 3 ravioli (sì, uno è già stato forchettato), la dimensione della immagine è Extra-large).

Per solidarietà, Anna e io rinunciamo al consueto scambio di assaggi. Ogni boccone vale oro e lo teniamo ognuno per sé.
Cazzo, ma questo, una volta, non era il Cri*chelon dove i piatti abbondavano di cibo e non solo di ceramica? Negli anni si è imborghesito e porca troia anche per merito di nutrite compagnie di tardo adolescenti inquieti e alcolizzati. Ci spetterebbe di diritto una quota societaria!!!
Decido di rivolgermi al cabernet: è duro e deciso il giusto, quello che ci voleva per mandare giù la situazione.
Il dolce conferma l'evoluzione dell'ex posto rustico ed artigianale grazie a una crème brulèe spacciata per crema catalana e un tiramisù dal gusto alquanto debole.
Nemmeno l'amaro del gusto pieno della vita è più amaro del conto: il boss non concede conti separati senza distinzioni con chi ha bissato il primo o si è preso anche una carnazza - potrebbero scrivere che "Siamo tutti uguali davanti alla cassa" -. Spesa totale €18.- per tre ravioli (con pasta fatta in casa), qualche bicchiere di vino (a km pochi), un dolce, un caffè e un amaro.
Vaffanculo la cucina moderna col piatto che cala di quantità e aumenta di prezzo. E chi cazzo se ne frega degli ornamenti!
E la cucina tradizionale genuina, quella a km 0, non dovrebbe essere più economica?
Stasera chiamo e sento se l'agriturismo per eccezione è aperto. Esatto, proprio quello in BUSA!!!

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€ vs aria

Sarà la conformità del centro della mia bella città fatto di strade a misura di pedone (bhe, nel '500, dubito che l'esimio arch. Andrea Palladio potesse pensare a qualcos'altro) o sarà che è come tutte le città moderne cioè pestate più da pneumatici che da piedi, fatto sta che chi riesce a mettere giù la macchina per poi fare le proprie commissioni in giro per gli uffici o i negozi del centro o spende una valanga di soldi (€, o ha il parcheggio pagato dall'azienda o studio che sia altrimenti dice 'Vaffanculo!' e va nei centri commerciali dove può parcheggiare con meno ansia (se non è un sabato o una domenica) e soprattutto aggratis.
Con conseguente sommo incazzamento di quei santissimi venerabilissimi commercianti del centro storico, che insorgono per ZTL, tariffe dei parcheggi, blocchi del traffico e manifestazioni anti-tutto.
Posso capire o forse no non essendo della categoria, il giramento di palle dei negozianti che fatta eccezione di quelle vetrine storiche aprono e chiudono negozi dalla mattina alla sera.
Però siamo ormai all'undicesimo giorno di fila che l'aria è insalubre così per legge domenica scatterà l'automatico blocco totale globale alla circolazione .

E non possono esigere due parcheggi per centinaia di auto l'uno in pieno centro storico, a due passi da C.so Palladio (v. foto infondo: i due parcheggi sono indicati con la scritta PARK e come si vede sono proprio vicini al corso)!
Si congestionerebbe il traffico in prossimità dei palazzi protetti dall'Unesco (etichetta che non serve a una emerita sega!) che verrebbero ingrigiti a causa dei gas di scarico e dalla polvere (alla faccia dell'organismo di cui sopra...), si renderebbe l'aria ancora più irrespirabile e bisognerebbe riasfaltare le strade ogni mese.
E per i lavori di realizzazione immagino i rallentamenti dovuti al rinvenimento di reperti storici di epoca romana e  le proteste per eventuali problemi strutturali agli edifici vicini.
La concorrenza (i C.C. della periferia) ha il vantaggio del parcheggio gratuito a pochi passi ma non è questa la soluzione per non far morire di fame e di noia i poveri commercianti del centro storico!
I valori delle polveri sottili, quelle troie di PM10 che si infilano su per le nostre narici eludendo l'apposita peluria che lo proteggono e che provocano malattie respiratorie e fanno insorgere allergie improvvise e cazzi vari, sono alle stelle perché usiamo troppo la macchina, guardando dentro ogni auto che circola dentro c'è 1 persona sola, ogni tanto 2, perché non c'è alcun intervento per incentivare l'uso dei mezzi pubblici.
Per fare 8km da casa al centro la spesa del consumo di carburante è inferiore al costo del biglietto A/R (€2,40) e pur di parcheggiare il più vicino possibile qualcuno è anche disposto a pagare il parcheggio anche €1,50/2,00 per ora (io sono tirchio e povero e cerco le zone a parcheggio libero, quelle volte che mi capita).
Credo che l'unica soluzione sia quella di costruire dei parcheggi di interscambio appena fuori la circonvallazione, come quelli che ci sono allo stadio e vicino la caserma dei VV. FF.. In questo modo chi viene da fuori può parcheggiare con comodo e prendere l'autobus scendendo in centro.

DOCUMENTI DI VIAGGIO
(con parcheggio vettura in omaggio)
TARIFFE
PREZZI
EURO
 
BIGLIETTO SINGOLO A/RBN/1 2,40
viaggio A/R da effettuarsi nello stesso giorno. Validità 90' + 90'  
BIGLIETTO CUMULATIVO A/R
per 2 personeBN/2 3,60
per 3 personeBN/3 4,80
per 4 personeBN/4 6,00
per 5 personeBN/5 7,20

PS: alle tariffe qui sopra va aggiunto €1,20.

Venezia per esempio si affida al quartiere (!) di Mestre dove sono previsti dei parcheggi scambiatori gratuiti, per chi non vuole svenarsi parcheggiando al Tronchetto, e poi prendere o il treno o il bus.
Spero che la mia città riesca ad avere dal Governo il finanziamento promesso per la realizzazione della tramvia quale compensazione all'insediamento 'mericano (la tangenziale N/S secondo me è una cazzata! Altro ce compensazione! E' una infrastruttura che serve più ai militari che ai vicentini ma che sarà pagata coi nostri soldi!). Questa sarebbe una bella soluzione e soprattutto ecologica. Non so come possa essere realizzabile e che giro intenderebbero farle fare, spero fuori le mura, sfruttando sempre i parcheggi di interscambio.
Intanto le urla di protesta dei commercianti salgono, insieme alle pm10.

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Soul Kitchen

***OCIO! IN QUESTO POST ALCUNE ANTICIPAZIONI DEL FILM***

Ad Anna l'ho confidato solo quando stavamo tornando a casa in mezzo la nebbia: temevo fosse uno di quei polpettoni etico-socio-economici che la Mostra del Cinema di Venezia apprezza come poche altre al mondo! Invece il mio lieve, a dire la verità, timore è stato spazzato via già dalle prime battute.
Soul Kitchen è la storia di chi vive nella mediocrità di chi cade spezzandosi la schiena (o quasi!) ma sa rialzarsi e va a prendersi quel che si merita.
E' un posto dove ci si ritrova si mangia e si cucina si suona e si ascolta musica ci si conosce si fa anche sesso, si racconta l'anima della cucina e l'animo umano, l'anima che anima la cucina e che sfama l'essere umano.
E' l'anima della cucina perché Shayn-Birol Unel, il cuoco dal coltello facile, non cucina schifezze banalità né 40 piatti tutti con lo stesso sapore! Ci mette la purezza del suo animo per ricercare piatti nuovi che facciano innamorare (davvero!) i clienti. "Cibo per l'animo!" rivoluzionando anche il concetto di cucina in un incontro di gusti e tradizioni che non devono alterarne la purezza (a proprio rischio e pericolo...).
E' un incrocio di persone pure che insegue il proprio ideale (positivo o meno che sia).
E l'animo deve essere puro come quello di origini greche di Zinos-Adams Bousdoukos, il sosia di Jim Morrison (che infatti cantava "Soul Kitchen" coi suoi Doors e chissà se il caso è il titolo del film o la somiglianza dell'attore col cantante!) titolare del locale che innamorato perso della fidanzata giornalista stronza ed arrivista rischia di perdere tutto quello che ha a causa di una serie di vicende una più sfigata e tragicomica dell'altra.
E' pura l'anima di Lucia-Anna Bederke, la cameriera che serve al Soul Kitchen ma che rifiuta la gestione del locale perché ha la passione per l'arte, la vera cosa che le piace!
E' pura l'anima del musicista che non si sbatte Frau Schuster che gliela offre in un piatto d'argento perché a casa ci sono moglie e due figli ad aspettarlo! E pura è pure la stessa Frau Schuster, ma non dico perché....
Non ho visto ancora La sposa turca, l'altro film molto apprezzato di Fatih Akin. Il regista turco in questa pellicola è bravo a mettere insieme autoctoni teutonici con greci misto turchi e ungheresi in una bellissima Amburgo eliminando ogni genere di frontiera, etnica culinaria o musicale che sia.
Tutti questi ingredienti conditi con ironia e senso di rivincita e passione per tutto quello che si fa nella vita fanno una film divertente che alterna momenti spassosi ad altri più assurdi e surreali a tragici (non so come definire il pranoterapista turco che sistema la schiena a Zinos...).
La musica fa da colonna sonora portante alle scene del film. E' un misto di punk jazz soul greco e tzigana non casuale e da un senso ad ogni momento della storia (si può anche sentire nel sito del film) e il Soul Kitchen alla fine si strasforma da postaccio per tipacci da piatti surgelati in un locale che offre ottima cucina e musica per l'anima.
In questo film c'è una playlist di etnie tradizioni sogni obiettivi, di piatti passione musica amore e lavoro (non dimenticandosi del mal di schiena! Ho sentito male io per Zinos!).
Tutto quello che condisce la nostra vita.
Mi piace per l'ironia con cui vengono mescolati questi ingredienti e perché alla fine ognuno trova il posto che si merita.
Chi segue una strada malandrina viene punito (almeno nella finzione cinematografica!). Chi segue la strada verso l'animo viene premiato.

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Cinema vs Cinema

Avatar che ha frantumato tutti i records d'incassi vari in un solo week end, senza considerare alcuni aspetti quali il numero delle sale dove è stato proiettato e il prezzo del biglietto per vederlo in una sala 3D, ne parlo anche io prima di andarlo a vedere.
Perché so che andrò a vederlo.
Anche se mi sta sul cazzo già da un mese. E dire che appena vista la pubblicità in una sala cinematografica questa estate (!) ho detto: "Vederlo!". Solo che come puntualmente succede quando una cosa mi piace allo stesso tempo mi scade quando ne parlano tutti.
Vabbhè battere tutti i records vari ma spero che almeno ci sia una storia sotto e dietro tutto l'ambaradan creato da quel sapientone di James Cameron con la tecnologia perché da quel che ho letto in giro pare la storia della costruzione di una base 'mericana sul suolo italico! Vuoi mica vedere che i politici che si sono piegati al progettino sono degli avatar controllati dai soldati in stile The Manchurian Candidate???
Sono noto per essere un super scettico che si diverte a smontare le realtà dei fatti per trovarci dentro l'introvabile o solo per il gusto di, oppositore dei facili esaltamenti e pieno di pregiudizi.
Devo trovare qualcosa che non va quasi per principio. Perché questo tipo di film di solito non mi dovrebbe prendere. Perché è facile rimanere impressionati da panorami inesistenti creati dalle tecnologie e commuoversi da espressioni di perfetta gioia o costernazione o rancore o dolore o meraviglia ridisegnate chissà quante volte col mouse.
Perché è facile che un film abbia successo se si investono una bella botta di milllioni di dollàri in comunicazione e comunicati stampa che invadono agenzie tg riviste e quotidiani vari.
Perché sono scettico verso i film di cui si parla tanto. Di solito se ne parla tanto perché il film ne ha bisogno, come Blair Witch Project, una cagata immane senza vergogna tanto che hanno anche fatto il 2! Se un film è bello e merita non necessita di troppa pubblicità. 
L'uomo che fissa le capre ne è una prova.
Perché vado alla ricerca di cose mie che piacciono prima di tutto a me. Se mi piacerà Avatar non mi vergognerò, forse solo un po', ma non so spiegare perché sono più contento quando mi piace, per esempio, In amore niente regole (tirato a caso!).
Pare quasi scontato che Avatar debba piacere tanto se ne parla.
Così stasera me ne vado a vedere Soul Kitchen, premio speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia l'anno scorso. No non vado a vederlo per questo motivo né mi piacciono i film dei registi barbosi politiconi altezzosi lontani dal cinema di massa ma perché si parla di cucina di scontro e incontro di popolazioni diverse e interpretato da persone vere in carne e ossa. E costa €3,50.
Poi ne racconterò (a chi poi non lo so vista la bassa scarsissima frequentazione di queste pagine). 
Spero solo che gli intenti suicidi non mi colpiscano durante questo film come hanno colpito gli spettatori dopo aver visto Avatar!
'ao!

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Spegnersi

Come la vita l'altra cosa certa che ci aspetta è la morte. Per entrambe non sappiamo come saranno. Per la prima spetta a noi a farla andare bene. Per la seconda un po' meno.
Ho visto tante persone vivere la loro vecchiaia con il giusto spirito quasi con vigore. Ho visto anche altre persone che hanno scelto di parcheggiarsi in quei posti che ormai non riesco più ad affrontare in attesa di passare a miglior vita.
Perché non è possibile spegnersi con semplicità? Come un cerino quando finisce di ardere come un qualsiasi aggeggio alimentato a batteria che quando questa si scarica ti saluta con un gentile Bye bye e una soffice melodia lo accompagna nel buio.
Possiamo farlo anche noi? Basta, siamo arrivati alla fine. Indipendentemente dalla causa, per una caduta per una malattia o per umana usura.
Non abbiamo date di scadenza ma a un certo punto dimostriamo che non ce la possiamo più fare e ci mostriamo deboli a pezzi. Non è un fatto estetico ma di pietà. Nei nostri confronti e di chi sacrifica il suo tempo per venire a darci un saluto.
Una persona non può vivere la sua morte trascinandosi fino all'ultimo respiro dopo una vita passata a faticare.
Vorrei che ci potessimo spegnere tranquillamente. In uno splendido tramonto dietro le montagne rosa o sulla superficie piana e calma dell'acqua, con le ombre dei ricordi di quello che è stato che si allungano a scaldarci il cuore.
Una luce che piano piano si affievolisce in un malinconico spettacolo di vita.

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Vie di fuga

So che tenere un blog significa anche tenerlo aggiornato. Un paio di giorni fa leggendo il giornale della mia città avevo anche trovato un'ispirazione per l'ennesima critica verso una classe politica ma sono stato distolto da altri doveri che sono giunti come a solito in negativa combinazione. Riprenderò quell'articolo per liberare la mia invettiva sociopoliticaculturale.
Invece oggi mi sento un mezzo rottame. Ho un mal di testa pulsante.
Ieri prima partita stagionale intera dopo l'infortunio alla caviglia. Ieri sera non mi sentivo tanto a pezzi mentre oggi sto messo peggio.
Sarà che è lunedì e tutto quello che ti succede nei 90' si sente tutto il giorno dopo quando scendi dal letto. Sarà che negli ultimi giorni mettermi davanti lo schermo del pc mi fa venire quasi la nausea (devo dire che la lontananza dal pc durante l'isolamento per guasto tecnico non mi ha davvero nuociuto!). Sarà che è lunedì 11 gennaio, quindi è finito il limbo delle feste natalizie nel quale mi sono rinchiuso come un feto protetto nella placenta promettendomi di non farmi travolgere dalla paranoia (dis)occupazionale, e sono davanti lo schermo a casa. E intanto mi sento come un topo da laboratorio rinchiuso in un labirinto in continua quanto vana ricerca della via d'uscita. Cerco telefono parlo ma rimango dove sono nonostante qualche volta mi muova stimolato da contatti incontri che non portano a nulla di concreto.
Non riesco nemmeno a vedere quel portone che si è aperto (se si è davvero aperto!) dopo che si è chiusa la porta e di tempo ne è passato.
Nel frattempo cerco e leggo. Mi inzuppo di informazioni che non so come usare ne' digerire. A volte mi ingravidano di pensieri che purtroppo non riesco a partorire finendo in un aborto spontaneo mentre a volte sono sterili e passano quasi inosservate.
Tra le varie informazioni da cui mi faccio bombardare di proposito, ho trovato questa cosa qui organizzata da questi qua.
Devo dire che il logo mi piace proprio, hanno scelto il simbolo della città da cui si ramificano delle scappatoie delle alternative a quello che di solito siamo abituati e che non aspettiamo più con trepidazione ma forse con scettica curiosità.

E' questo fine settimana e potrei andare a sentire qualcosa per capire se è solo l'ennesima dimostrazione di autocompiacimento dei soliti benpensanti vicentini o se dietro c'è una vera proposta per la mia città una via di fuga da sé stessa anche quelle belle tradizioni nostrane di una volta che mi raccontavano i miei nonni (e non quelle feste importate.
 Per il momento ho solo letto il programma e non ci trovo un'alternativa una via di fuga e questo mi fa temere il peggio. Poi potrei anche trovarle invece ma se alla fine non si mettono in campo non servono a un bene amato cazzo!
E intanto il mio mal di testa aumenta. Non ho messo su neanche un filo di musica. Scrivo nel silenzio.
Però di rock non ne voglio sentire. Allora metto quel jazz pimpante che ti prende ti fa battere le dita e muovere i piedi e magari diventa una via di fuga dal mal di testa.

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Ammissione di coscienza (o vaneggiamento?)

Lo dico apertamente, questo è uno sfogo!
E' uno sfogo che sento chiaramente di fare dopo aver sentito nuovamente in tv la presentatrice dalle uova d'oro nonché maestra di moralità.
Con questo post voglio dichiarare apertamente, deliberatamente, naturalmente, che gli avverbi mi stanno decisamente in culo!
Sinceramente, hanno stancato! Li sento ripetutamente inseriti un po' ovunque messi casualmente. Succede soprattutto quando si parla, quasi la gente non fosse capace di parlare!
Il peggiore di tutti è "veramente" detto alla fine di una frase, leggermente dopo una breve pausa, impropriamente usato come rafforzativo o perché non si che altro dire!
Gli avverbi hanno ampiamente rotto.
Indubbiamente.
Veramente!

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Curiosità

Succede che  per un attentato terroristico NON RIUSCITO un presidente, neo nobel per la pace anche!, s'incazzi come una iena col suo servizio di intelligenza (?) nazionale per l'incredibile, ennesima pure!, figura lola ridicolizzandosi innanzi al mondo intero e chiude le ambasciate a rischio (anche se, se lo fossero davvero, sarebbero già state fatte saltare per aria!).
Succede che dopo tre attentati terroristici PERFETTAMENTE ANDATI A BUON FINE per un presidente, predecessore del neo premio nobel, la cosa importante è correre il miglio in sei minuti e mezzo.
Non voglio ficcare il naso nell'assegnazione di premi e nell'elezione di presidenti ma qualcosa pare non quadrare.
Ne' nell'assegnazione di un premio per la pace, ne' nell'elezione del presidente della propria nazione.
Allora questi ultimi 8 anni e quasi 4 mesi sono serviti a una cippa?
O forse il presidente premiato era più incazzato per le vacanze interrotte?

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Azzeccarci

Chi mi conosce sa che sono milleanniluce lontano dall'essere un vanitoso fescionvictim e che non vengo per niente attirato dalle etichette dell'alta moda.
Chi mi conosce sa quali sono i miei gusti letterali, distanti dai facili bestsellers scontati da scaffale di ipermercato trainati solo dai nomi degli autori.
Per questo ringrazio chi mi conosce per avermi fatto trovare sotto l'albero di Natale uno shower gel ('gel doccia' non è fashion un cazzo mentre 'bagno doccia' è più per gobbi anziani rugosi o nerds brufolosi e non per lisci giovani tartarugati... e poi sono entrambi troppo italiani) di due famosi stilisti italiani in società e due romanzi: uno di un ex comico e l'altro di un ex panettiere (rispettivamente da mia sorella e dai miei genitori).
Tra l'altro, tutti regali alquanto costosi. Un prezzo inversamente proporzionale alla qualità dei prodotti stessi.
Il primo l'ho tenuto perché una prova val sempre la pena, non sapevo nemmeno esistesse.
Non lo metterò nella borsa del calcio per evitare sia furti di compagni vanitosi e invidiosi che i commenti di stupore di chi mi ha sempre creduto un ruvido terzinaccio dentro e fuori il campo (e pure in spogliatoio!). Lo userò solo per casa, che forse ne spreco meno.
I libri li ho cambiati. La prova l'avevo già fatta con loro precedenti sforzi: dell'ex comico ne avevo abbastanza dal secondo romanzo, l'ex panettiere posso anche leggerlo senza tenermelo nella libreria e mi accontento di sentirlo alla radio.
Lo so che sono regali di Natale che conta il pensiero e che soprattutto me li hanno fatti i miei genitori, però pochi giorni prima avevo anche detto che ne avrei anche fatto volentieri a meno!
Per fortuna che i libri hanno anche la trama scritta sui ripieghi di copertina e si perde un paio di minuti per libro per capire se può essere adatto o meno.
Li ho cambiati con due esordi letterali, un giallo che conosco e che volevo prendermi questa estate e un romanzo ironico amaro che ho scoperto  cercando i librini per Anna.
Meno male che mi conoscono.
E' bello ricevere regali chi può dire il contrario? Però ci vorrebbe un po' di attenzione.
Mi è spiaciuto tantissimo cambiare i libri e scegliersi il proprio regalo non è affatto divertente. Farselo in questo modo lascia un gusto amaro. Quasi una sensazione di solitudine. Non so se riesco a rendere l'idea.
Tanto per rimediare a chi mi taccerà di essere materialista superficiale stronzo e cattivo nei confronti dei miei famigliari (...ma anche di chi mi fa i regali in generale...), quello che mi piace nel riceverli è pensare che qualcuno abbia perso (nel senso di impiegare, non di gettarlo! Percorte sia!) del suo tempo per tentare di farmi felice, è immaginare i loro sforzi e le loro apprensioni nella ricerca.
Mi basterebbe anche un bigliettino, per dirmi che loro ci hanno comunque tentato, tipo "noi siamo anche andati in giro a sbatterci per trovarti un cazzo di regalo, ma per i tuoi gusti proprio non abbiamo trovato una tega! Però ci abbiamo messo tanto affetto. Buon Natale!".
Ecco.

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Maledetto delinquente

Se c'è qualcosa che può far andare di traverso i panettoni e i pandori e tutte le loro farciture è subire un furto durante le feste di Natale, in pieno centro storico, tra l'altro nella via dove abita l'ex sindaco della tua città!

Vorrei sapere se quel maledetto delinquente sta passando bene le sue feste di Natale dopo avermi infranto il finestrino della macchina fottuto lettore mp3 (meno male è ancora disponibile... non so fra quanto però ritornerà tra le mie mani!) con il cavo (addirittura? Ma che cazzo se ne farà?) occhiali da sole e cuffie del cellulare.
E' un pezzente. Probabilmente, visto il posto dove ha compiuto la sua malefatta, lo è davvero. Lo immagino perché ha lasciato dov'erano, sotto il porta occhiali, le chiavi di casa e mi ha fottuto tutto il resto. Forse la fretta forse perché gli servono soldi subito. 
Mi spiace per lui, se dorme con altri sfortunati al ricovero notturno, ma io non lo conosco ne' gli ho fatto qualcosa di male e se ce l'ha con la società per le sue condizioni non vedo perché debba prendersela con chi non conosce (compresi i proprietari delle altre 4 macchine che hanno subito la sua visita nella stessa via). 
Piuttosto dovrebbe prendertela con se stesso visto che la vita è sua e la sta buttando nel cesso da solo e non per colpa degli altri! 
Per consolarmi il gentile agente di polizia, avvisato dall'altro fortunato della serata, mi ha detto che oltre a sapere chi sono questi maledetti delinquenti (che dormono li vicino...) non gli si può fare niente. 
Ma come? Niente? Liberi di delinquere a piacimento? Rientra nei diritti del delinquente per caso? Perché? Alla faccia della sicurezza del cittadino...! Se loro sono liberi di delinquere perché noi non abbiamo il diritto di difenderci? ... Nemmeno prendere a manganellate nelle tibie fino a farli stare calmi per un bel po'...? No? Meno male che l'assicurazione copre il costo del finestrino ma per il resto non mi viene tanto incontro. 
Sappia che non sono uno violento, anche se in un attimo di rancore l'ho disprezzato così tanto da pensare di andarlo a cercare con un pitbull a digiuno e chiuso in casa da 2 giorni o di gettarlo nel fiume gelido. 
Sappia che, almeno nel mio caso, non ha cercato la sua rivincita sociale contro una persona che sta tanto meglio di lui dal momento che sono disoccupato da 4 mesi! Ma non per questo mi sto bruciando la vita ne' me la prendo con le macchine di altre persone per rubare le loro cose! 
Sappia che gli occhiali da sole hanno le lenti da vista per cui, a meno che non abbia il mio stesso difetto di vista, non gli serviranno un'ostia!  
Sappia che le cuffie che si è preso non sono adatte per il lettore ma per il cellulare e quindi non può ascoltare una benedetta mazza! 
E vorrei tanto sapere cosa cazzo se ne vuole fare del cavo AV... che tra l'altro non funziona affatto bene. Quindi al massimo ci si può impiccare. 
Prima che il cane esca di casa.
Incazzato ed affamato.
Prima che inizi a fare di nuovo tanto freddo.





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O il lavoro o la vita

Torno a scrivere dopo 6 giorni di isolamento telefonico dovuto a un guasto ai cavi durante i lavori infiniti lungo la strada del mio paese. Per me è stata un'occasione per tenermi lontano dallo schermo e onestamente ammetto che non ne ho sentito molto la mancanza. Anzi, ho avuto un piacevole senso di libertà potendo dedicarmi alla lettura di un buon libro. Il disagio l'avranno certamente avuto quelli che non possono fare a meno del telefono o della linea telefonica come il medico di base, l'osteria e la tabaccheria per le giocate del lotto.
Sembra sempre più difficile trovare qualcuno che faccia bene il proprio lavoro. Un attimo di attenzione e di scrupolo non penso porti via una fetta di panettone a nessuno!
Ma questa polemica mi fa ritornare in mente una e-mail che mi è arrivata qualche settimana fa e narra di un'iniziativa curiosa, mi sembra intelligente, ideata dal Ministro dell'Ambiente della Norvegia.
Tralascio altre cose abbastanza fastidiose per la loro faziosità, sia su questo paese scandinavo che ha deciso con un referendum di non fare parte viene dall'UE, sia sull'iniziativa.
Il Ministro dell'Ambiente Siri Berke ha invitato tutti i cittadini di Oslo, Bergen e Stavanger (non so perché solo queste città) ad abbandonare gli uffici e le fabbriche alle ore 12, in orario di lavoro, per andare a spasso e rientrare solo per la pausa pranzo. Non era uno sciopero e nemmeno una protesta.
Questa manifestazione aveva lo scopo di ricordare, fra tanti presunti valori come la competitività, la concorrenza, il Pil, lo sviluppo, un valore ben più importante di cui tutti sembriamo esserci dimenticati: il valore del tempo, il tempo della vita.
Il tempo infatti è la base della nostra vita, che non può essere concepito solo, o quasi, come tempo di lavoro.
Ha detto invece Siri Berke, passeggiando con altri duecento deputati fuori dal Parlamento: "Uscite, smettetela di lavorare. Fate una passeggiata nel parco. Immergete i piedi nell'acqua. Spegnete i telefonini. Per un'ora parlate di qualcosa che non sia il lavoro".
Penso che sia una manifestazione eccezionale! E non poteva non venire da un paese scandinavo, da uno di quei 3 (facciamo 4 con la Danimarca? Va ben, fatto!) paesi isolati la in cima al fresco che nessuno o pochissime persone degnano di interessa ma che nel loro isolamento geopolitico dimostrano una visione della vita che noi non potremmo nemmeno concepire! E non è una manifestazione lanciata da un dipendente, da un anarchico o da un rappresentante sindacale, ma da un uomo politico, un ministro!
Chiaro che non è una cosa che si può fare tutti i giorni ma, con due ministri che vogliono eliminare i fannulloni e la pausa pranzo, la nostra Nazione sta andando nella direzione opposta, dove una parte lavora e si da da fare davvero per mantenere politici e lavoratori e presunti tali (con doppio riferimento!).
Mi viene in mente il paròn dell'aziendina (in gergo tecnico PMI) del nordest che vive la sua vita lavorando, non so nemmeno quanto si goda il proprio patrimonio accumulato avidamente se non quando andrà, forse, in pensione. Ce ne sono tanti in quest'area produttiva d'Italia, direi la stragrande maggioranza delle aziende ha un management (-_-) caratterizzato da questo tipo di organizzazione. In poche parole, due, la Paròn Management. Penso che chi di loro ha saputo di questa iniziativa norvegese avrà avuto sicuramente almeno un attacco di angina pectoris! Qualcun altro sarà andato alle porte dell'aziendina per sbarrarle impedendo ai propri dipendenti di uscire in orario di lavoro, avrà bloccato le porte dei cessi e siliconato le finestre per evitare qualsiasi tipo di perdita di tempo e di fuga. Anche le macchinette del caffè e delle merendine (dove ci sono...) saranno state sabotate.
Perché non importa come avviene ne' quanto costa, ma un'ora di lavoro è irrinunciabile quasi compromettesse la vita intera dell'aziendina. Piuttosto che vada in mona la salute del dipendente!
Il paròn è un buon samaritano che permette ai propri dipendenti di vivere grazie al lavoro che egli dona loro, senza rendersi conto che è l'esatto opposto (già, il lavoratore dona il suo lavoro, che per il paròn è come un dono visto che alle volte gli cosa molto poco...) e quindi dalle 8 fino a quando il paròn non è in comodo bisogna prestare il proprio servizio in the office.
C'è chi sta sempre in the office. Con le palle girate. E chi invece una volta ogni tanto si vede concesso un po’ di relax. Perché prima di tutto, prima del fatturato, della produzione, viene la propria vita.
È un modo di pensare opposto. Per noi la qualità della vita è direttamente proporzionale al fatturato, alla produzione, al PIL. Per altri invece è la qualità della propria vita che incide sul modo di lavorare.
Perché un uomo felice è anche un lavoratore felice. Penso.

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