Carità disarmonica

Complice la neve e la voglia di cioccolata ieri pomeriggio io e Anna siamo andati a Monte Berico salendo le scalette dell'Arco palladiano. L'ultima volta che le avevo fatte era l'agosto del 2005 di corsa durante un allenamento e avevo fatto meno fatica.
Allora, Monte Berico sarà per il 98% di proprietà della Curia vicentina tra suore di diverso ordine e frati. Il restante 2% apparterrà a noti imprenditori e liberi professionisti.
Quello che più mi ha colpito ieri passeggiando per quelle viette che dalla fine dei 183 gradini delle scalette porta al Cristo, un falso piano lungo la salita verso la basilica barocca dedicata alla Madonna, sono state due cose: l'imponenza e la quantità di spazio che hanno a disposizione i religiosi.
Palazzi cinquecenteschi perfettamente mantenuti dalle spesse mura che tengono fresche le stanze dall'afa estiva e proteggono dal gelo invernale, grandi giardini piantumati e vialetti ghiaiosi. "Però, mica roba da poco!", penso, "e sono pure bravi a mantenerli!". Mi immaginavo frati e suore con tanto di cappellino di carta in testa, maniche della tunica arrotolate a dare di cazzuola su per il muro o con occhiali da sole avvolgenti passare su e giù per il giardino a rasare l'erba del parchetto. A ritmo di rosario.
Con il cazzo invece! Perché i religiosi, la curia in generis, sì che fanno del bene perché danno lavoro agli altri per mantenere le loro proprietà. E non essendo ne' poche ne' piccole il lavoro di certo non manca.
Solo che qualcosa no va, come una strofa disarmonica nel pentagramma.
Mi guardo attorno, guardo i possenti mattoni marmorei che adornano l'invalicabile (?) muro di cinta. Mi giro e guardo la città ai piedi del Monte, quasi implorasse sotto la neve.
Ed eccola qui la disarmonia...
Perché allora, ai piedi della scalinata, al gradino numero 1, i barboni vengono mandati via dalle forze dell'ordine e all'esterno della Basilica della Madonna di Monte Berico un (presunto?) povero elemosinava per sua figlia?
Perché chi predica povertà semplicità carità aiuto per il prossimo se ne sta a pregare chiuso al caldo d'inverno e al fresco d'estate nel suo lussuoso palazzo invece di uscire in strada per fare davvero qualcosa di utile per chi ne ha davvero bisogno?
Quante stanze vuote hanno a disposizione per chi non ha un riparo dal freddo e un pasto caldo? Perché si tengono tutta questa ricchezza per loro?
Dov'è la carità che predicano?

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1 Response to "Carità disarmonica"

  1. witchblue, on febbraio 03, 2010 8:21 PM said:

    Bravo! Hai scoperto l'ipocrisia della Chiesa! (scusa l'ironia). Mio padre mi ha sempre fatto notare fin da piccina che i preti sono tutti pasciuti. E se sono magri? (hanno qualche intolleranza al cibo...) Ho condiviso un sacco di tempo con il gruppo Salesiano di Don Bosco e posso dire che loro sì che si danno al prossimo. Certo, non tutti. Ma la loro dedizione ai giovani è un lumicino nella tempesta. E tanti laici che si fanno il culo più dei missionari cattolici... mah! La vocazione per me è per la bontà di spirito che si ha dentro e non per l'abito che si indossa fuori. E quando si manda a 'fanculo un prete, ricordate sempre che sotto la "divisa" c'è un uomo...

    witch
    xxx