Sfida bicilindrica

Sono un fottuto romantico nostalgico. Mi piacciono le cose che hanno una storia da raccontare.
Adoro il profumo di storia con il suo caratteristico retrogusto di muffa che i tuffi nel passato riportato a galla.
Ne vado matto. Mi fanno sobbalzare il cuore. Non riesco a resistere alla bellezza che rimane immutata nel tempo.
Parlo di moto, chiaro!
In questo periodo mi sto guardando attorno. So che sarebbe già tardi ma prima era solo un sospiro mentre adesso posso pensarci con più serietà.
Ho gusti molto chiari e idee precise: sto per i due cilindri! Mi piace il suo rumore tondo incasinato vivo ruspante borbottante forte e potente come un ruggito. Altro che quei sibili monotoni nipponici tutti uguali
E se si pensa ai due cilindri non si può non pensare ai motori desmo della Ducati!
Infatti la mia preferita è la Hypermotard 796. La mia fede desmodronica arriva dall'infanzia, da quando mio papà mi portava in officina da Armando che sistemava le Ducati 888. La Hyper è davvero iper: design unico, colore rosso accesso come la passione, costruita da una azienda piccola in confronto coi colossi nipponici, in sella alla Hyper sai di montare un lavoro quasi artigianale, un pezzo di storia d'Italia.
Ma non è l'unica moto che mi piace. L'altra non c'entra niente, è tutt'altra cosa. L'hanno acquistata solo 330 persone quest'anno (dati ANCMA) ma è un'icona delle strade, una motocicletta classica, vera! 
E' la Triumph Bonneville (anche lei bicilindrica, tanto per non smentirmi!).
Per quanto possa apprezzare il design della Hypermotard, non riesco a rimanere indifferente alla vista della Bonnie
Forse perché sono sempre stato affascinato dall'english style e ne vengo influenzato duro, ma quando la vedo penso a tutta la storia che può raccontare questo modello. E' stato creato nel 1959 e nel 1991 ha rischiato di non vedere più le strade a causa della chiusura della Triumph. Meno male che una buon'anima ha acquistato l'azienda e nel 2001 ha rilanciato il marchio Bonneville. 
Già il nome è stupendo: deriva dal circuito di Bonneville Speedway ricavato in una zona del lago salato dello Utah, dove vengono infranti i record di velocità su terra dal 1912.
Ma la Bonnie non è fatta per correre verso l'eccesso. E' una tranquilla che ti porta in giro senza spingerti oltre, per questo profuma dei ritmi degli anni rock degli anni '60 da ascoltare con gli amici ai cafe (ecco svelato perché le moto di questo tipo presero la denominazione di cafè racer) e poi via verso altre mete.
Una Bonneville è un tuffo nel passato che ti lascia per un po' senza fiato e ti riporta indietro nel tempo, niente da fare. Non è una moto per tutti questo è certo perché devono piacere i richiami verso altri tempi che magari non si conoscono bene come si vorrebbe.
La Bonnie poi è stata la moto di personaggi niente affatto male come Steve McQueen e Marlon Brando. Il capitano Hilts l'ha guidata per diverse competizioni.
La seduta bassa e il manubrio largo danno un senso di controllo sulla strada. Giri sicuro sulla Bonnie. E a uno come me a cui non piacciono le moto nere, la Bonneville mi piace nera, come quella dei banditi che giravano con la cafè racer anni '60.
Mi piacciono questi ritorni al passato, alla storia che è stata ma che ha ancora un suo posto nel presente più vivo e palpitante delle cose moderne.
E negli ultimi giorni si è fatta viva un'altra moto. Anche lei bicilindrica. Anche lei inglese. Me ne ero innamorato leggendo una rivista di moto che avrò avuto 15 anni! 
E' tornata la Norton
Per ora solo per il mercato inglese e a prezzi un po' folli (vista la situazione economica inglese) mentre in Italia si dovrà ancora aspettare. Non si sa quando ma spero a prezzi un po' più contenuti perché la situazione qui non è tanto meglio e di moto se ne vendono davvero una miseria!
E con che gran pezzo di moto! 
Si chiama Commando 961. Mi fa venire in mente proprio quello spirito banditesco britannico. E' stupenda! E' una sportiva senza dubbio ma non è una streetfighter estrema, perché adesso col casino che c'è per le strade come fai a girare con una moto dal rapporto kg/cv 1a1 (190 kg x 190 cv)? No, non si può infatti!
Questa è una modo sportiva pura ma ha una filosofia nuova, o vecchia, perché ci riporta indietro di 50 anni. Quando si andava più piano, ma si iniziava ad apprezzare le cose davvero belle della vita. Come la musica, i motori, e le donne.
Poi cercando qualche usato mi imbatto in queste due cose qui che mi hanno davvero fatto impazzire la pressione oculare e esplodere il cuore. Sono due tipi che customizzano Triumph
Questa qui sopra è fatta da Galli Moto (in provincia di Parma). Meravigliosa, si chiama Six Days perché è ispirata alla Scrambler che McQueen 'ha usato per partecipare alla Sei Giorni del 1964, ma un po' anche alla sua Grande Fuga. Sono stupendi alcuni particolari come la bandinella forata, il disegno dei dischi.
Mentre questa qua da Mr Martini (di Verona). Fantastica concezione di una cafè racer biposto. Mi piacciono molto gli pneumatici cicciotti e il loro disegno particolare, il posto del passeggere sospeso sopra il parafango e il contrasto del rosso sul verde acido!
Sono un fottuto romantico nostagilco. 
Fervente sostenitore del bicilindrico!

Read Users' Comments (2)

2 Response to "Sfida bicilindrica"

  1. witchblue, on maggio 07, 2010 12:14 AM said:

    L'ho rivisto pochi giorni fa "La grande fuga"... mitico film!
    Io amo le auto. La mia preferita è la Viper SRT-10 (sogno di una vita con modellino in cameretta) ma il vero amore è la stra-fighissima nonna: la Shelby GT 500: a.k.a. Eleanor, il mitico unicorno di Memphis: "sarà una corsa trionfale... volerai!" Dio cosa darei per averla... (forse anche no... mi ci ammazzerei)

  2. Ale, on maggio 11, 2010 12:30 PM said:

    Ti piacciono le macchinette?
    A me fa impazzire il Wrangler! Preferisco versione precedente, del nuovo il 3 porte.