Piermario Morosini, ragazzo educato

Mi spiace molto che un giocatore come Piermario Morosini non possa più indossare la maglia del Vicenza Calcio, perché in quei due anni in biancorosso impreziositi dall'azzurro della nazionale dell'Under 21 aveva dimostrato di essere un ottimo giocatore, dalla testa ai piedi. Un uomo capace di stare in campo e di muoversi a seconda del gioco, creandolo con lucidità e generosità rara.
Quella lucidità e quella generosità che nei suoi ultimi istanti di vita lo ha fatto rialzare dall'erba del prato dello Stadio Adriatico di Pescara per recuperare il terreno perso dall'avversario ma abbattuti da qualcosa che questa volta è stato più forte di lui.
A Piermario sono bastati quei due anni per farsi entrare Vicenza nel cuore. Anche perché così poteva stare vicino a sua sorella: a Bergamo ci arrivava in poco più di un'ora.
E Piermario piaceva ai tifosi perché era uno bravo e vero.
Al Lane rimangono giocatori di passaggio che nessun vuole mentre chi ama la città e la maglia non torna. Peccato.
Di Piermario Morosini mi piace leggere che viene ricordato come un ragazzo educato come allo stesso tempo mi sta sulle palle leggerlo. Perché oramai di persone bene educate che fanno il loro dovere ce ne sono rimaste sempre meno e temo inizino a scarseggiare anche lassù se vengono chiamate con questa frequenza.
Credo siano molto contenti anche i suoi genitori che adesso lo hanno riabbracciato nella pace.
Peccato non abbia mai trovato la sua maglia. Forse sì ed era quella del Lane e non nascondeva che gli sarebbe sempre piaciuto tornare a Vicenza dopo la breve apparizione dell'anno scorso. Sarebbe stato bello perché un patrimonio del calcio italiano non va sprecato così come è stato fatto fin'ora perché le qualità di Piermario Morosini sono quelle di una bandiera di quegli uomini che senza far fracasso si fanno sentire lo stesso. In due parole un punto di riferimento nello spogliatoio ed in campo.
Forse anche lui pur di rimanere nel giro pur di rispondere ai suoi doveri che si è trovato è sceso a compromessi che ne hanno minato il fisico fino a cedere di schianto perché l'autopsia ha detto che il suo cuore grande forte e generoso non lo ha tradito sull'erba del prato dello Stadio Adritico di Pescara.
Ma mi auguro tanto di no altrimenti oltre al "cosa" è stato chi di dovere deve accertarsi di capire "chi" è stato a far del male a Piermario Morosini. Intanto nessuno apre alla questione e la parola doping rimane tabù per chissà quanti motivi più disperati.
Poi spero che sia giusta la diagnosi di ci parla di asimmetria/sbilanciamento e non mi stupirei. Spesso alcuni problemi fisici derivano dalla propria meccanica che si aggiusta davvero con poco. Basta accorgersene.
Non so quanto sia stato giusto fermarsi domenica. Ho letto diversi pareri uno contrario a quell'altro ma tutti condivisibili e per decidere c'era davvero pochissimo tempo.
A me è piaciuto quello che è successo in Spagna.
Quello che è sicuro è che Piermario Morosini non c'è più. 
Oggi lo piangono in tanti e mi fa incazzare che sia dovuto morire per farsi conoscere alla gente.

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