Fermi al palo

L’Italia sta davvero diventando una terra di razzisti ignoranti. Eppoi non andiamo in giro dicendo di essere una nazione avanzata democratica sviluppata.
Rispetto agli altri paesi europei in Italia costa tutto di più senza avere in cambio un adeguato servizio.
Il nostro governo tenuto su con lo schito di gallina (se mai lo schito di gallina riesce a tenere su qualcosa) ha riconosciuto
solo ora, nel 2013, ai figli nati fuori dal matrimonio gli stessi diritti dei figli nati all'interno. Il presidente del Consiglio ha pure avuto il coraggio di esultare dichiarandolo un “enorme passo avanti”. Siamo d’accordo che è enorme, come lo è il vergognoso ritardo con il quale il nostro Paese si sveglia e si adegua alla realtà che cambia.
L’Italia sta ancora discutendo sullo ius soli, quel diritto di nazionalità italiana che acquisisce un/a bambino/a nato in Italia da genitori stranieri così come per le coppie di fatto, il cui destino viene lasciato galleggiare nel tempo, salvo qualche iniziativa presa dai singoli comuni.
Oltre all'adeguamento delle proprie leggi alla realtà che cambia, ad un paese sviluppato non può mancare il rispetto per le persone.

A Schio, paesotto post industriale in provincia di Vicenza di quasi 40 mila anime,  si sono sollevate polemiche perché Miss Schio non solo non è autoctona di Schio perché viene dalla provincia di Padova, ma anche perché è di origine marocchina.
Così la notizia non è stata l’elezione di Miss Schio ma che Miss Schio non ha la pelle bianca.
A parte che il concorso era una tappa di Miss Bluemare 2013 e non era rivolto alle ragazze residenti nella cittadina vicentina
e che poteva anche chiamarsi “Mis Schianto d’un colpo” (eccezionale giochino di parole), in una realtà senza più confini mi sembra davvero triste che le persone se la possano prendere perché la vincitrice non è autoctona. Consiglio alle persone che criticano l’elezione di farsi un concorso in casa loro così se qualcosa non va almeno tengono la loro maleducazione tra le mura domestiche.

L’altro ieri, il vicepresidente del Senato italiano ha dato dell’orango a Cecile Kyenge, ministro dell’integrazione. Un’alta carica della Repubblica italiana ha offeso un componente del governo. Oggi a sostenerlo e ad avere 3' di notorietà nazionale è arrivato un compagno di movimento dicendo che l’offeso dovrebbe essere l’orango.

Non è la prima volta che un esponente di quella fazione umilia il ministro Kyenge: ci ha pensato qualche settimana fa una consigliera di quartiere a Padova che ha trovato ritorno mediatico nazionale chiedendosi perché nessuno stupri il ministro.
Almeno, l’esponente veneta è stata subito espulsa dal segretario regionale. Il vicepresidente del senato no. Forse il segretario lombardo è più tollerante (nei confronti dei suoi iscritti). Né ha trovato il coraggio di dimettersi mentre online partono addirittura delle petizioni.
Quando un politico di espone in questo modo però, penso che le dimissioni dovrebbero essere implicite ed automatiche.

Poi per carità, tutti questi avvenimenti non fanno che bene: servono infatti a dimostrare com'è davvero certa gente ed a capire da che parte stare, se a qualcuno venisse il dubbio.

A mio figlio non insegnerò che qualcuno è meno italiano di noi perché ha la pelle diversa dalla nostra nonostante sia nato in Italia da genitori stranieri (o da un genitore italiano ed uno straniero).
Non voglio che mio figlio guardi con stupore due uomini o due donne che si abbracciano o si baciano.

Questo è il nostro paese. Talmente abbagliato dalle sue bellezze da non accorgersi che si stanno sgretolando e che fuori dai suoi confini il resto del mondo sta cambiando senza pietà. Il resto del mondo avanza, l’Italia rimane indietro.
E non diciamo che siamo uno dei paesi più sviluppati. Non lo siamo né a livello tecnologico, tanto meno a livello culturale. Ed abbiamo tantissima strasa da fare, prima di raggiungere gli altri.

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