Nelson Mandela

Nelson Mandela è una icona. Non una icona da maglietta come lo è diventanto Ernesto Guevara. Nemmeno come una di quelle tante mezze star più o meno tossiche che intossicano il cervello globalizzato e uniformato di tanti giovani.
Un leader perché il suo carisma era immenso e il popolo lo seguiva senza dover fare tanto chiasso. Nelson Mandela è un mito, mite e vero che ci ha insegnato la forza di volontà ma anche quella del perdono e del rispetto reciproco. Mi fa impressione vedere tutta quella folla il giorno del suo rilascio l'11 febbraio 1990, tra applausi incitamenti e qualche offesa da parte degli afrikaners.
Ironia della sorte, sto parlando di speranza in questi giorni ai ragazzi. E persone come lui per tutto quello che hanno fatto fino a poco tempo fa mi danno la speranza che le cose migliorino. Per quello che trasmettono, per il messaggio che comunicano. Niente di banale né facile da portare avanti. Ho speranza finché ci sono persone così.
Quando ho iniziato ad avere una certa coscenza, mi sono chiesto come sarebbe stato il mondo senza persone come Papa Giovanni II, Madre Teresa di Calcutta o Nelson Mandela e ammetto che mi faceva paura pensarlo. 
Perché sono state persone di una generazione passata, che ha voluto cambiare le cose, persone forti e sognatrici che hanno portato avanti con caparbietà e coraggio e non senza fatica un messaggio ed un sentimento che dovrebbero essere comuni a tutti. Prima ci affidavamo a loro alle loro parole. Erano presenti e la gente li seguiva. Adesso che non ci sono più, chi farà la fatica di prenderà il loro posto? Come diventerà il mondo?
L'uomo ha dimostrato nella sua storia di essere capace di non imparare dal passato, di scordarlo appena si volta pagina. 25 anni passati rinchiuso dentro una stanza dove poteva appena allargare le braccia e tanti sforzi per dire che siamo tutti uguali e che abbiamo gli stessi diritti (e doveri) non possono né devono essere trascorsi invano. Madiba era un Invictus, 'mai sconfitto'. Se non portassimo avanti la sua lezione, saremmo noi la sua sconfitta.
Sta ad ognuno di noi portare avanti quello che ci ha voluto insegnare. Come?
Spero che oggi qualche genitore e qualche insegnante spenda più di una parolina su Nelson Mandela.
Al quale non saranno mai sufficienti tutti i nostri grazie.
Forse più di qualcuno scorda Frederik Willem de Klerk, l'ex presidente dei Bafana Bafana e poi vice di Madela, un bianco che ha lottato per i diritti dei neri in Sud Africa, per l'abolizione dell'apartheid e grazie al quale la liberazione di Mandela non sarebbe stata possibile.

Mi piace la poesia di William Ernest Henley che lo ha ispirato e confortato durante la sua prigionia. Se non lo sapete, l'autore non se l'è passata molto meglio de leader sud africano. Eppure, nonostante tutto, non aveva paura, anzi, come disse poi Mandela: "Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la capacità di vincerla".

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.

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