Giro d'Italia 2016: polemica a due ruote

Ho visto lo spot promozioanale della 99ma edizione del Giro d'Italia.
Visto che invita a seguirlo sulle reti RAI, immagino che a televisione di Stato sia il committente.
Non so se l'oggetto del video, un confronto tra due ruote a motore e due ruote a pedale, sia stato indicato dalla RAI alla società realizzatrice o proposto da quest'ultima.
Non so se ci sia stata una gara tra agenzie per aggiudicarsi la realizzazione o è spuntato il cugino paraculo di qualcuno.
Comunque sia, è una dimostrazione di insipienza a superficialità da entrambi le parti. E' uno spot sbagliato. Chi l'ha commissionato non doveva approvarlo.
Ho anche letto i commenti di entrambe le fazioni: i motociclisti sono incazzati come se la loro moto gli avesse piantati in mezzo la strada di notte ma mi pare il minimo. Per i ciclisti non c'è nulla di offensivo e mi pare banale. Solo un ciclista dotato di onestà intelettuale ha descritto il fallo commesso.

Promuove uno sport denigrandone un altro.
Promuove atleti non rispettandone degli altri.
Promuove una professione offendendone un'altra.
Che poi è la stessa, quella dello sportivo, che in modo diverso si smazza comunque tantissimo sia fisicamente che mentalmente per raggiungere lo stesso obiettivo: essere più veloce (degli avversari e del cronometro). 

Non voglio dire che la moto sia meglio della bici, o viceversa, mi trovo anche con col culo su due selle: quella della moto e quella della bicicletta, da MTB per la precisione. Ma conoscendo un po' i due mondi, ci vuole poco a fare una analisi del video e trovare un secondo fallo piuttosto macroscopico (e non è uno di quelli da vantarsi): tutto quello che viene detto per sputtanare il motociclismo ed esaltare il ciclismo è contestabile. Vogliamo vedere punto per punto?

- I ciclisti non avranno le ombrelline in partenza ma le Miss di tappa che si esibiscono con tanto di doppio bacio ai ciclisti sul podio, mentre nel motociclismo il contatto fisico tra le ombrelline ed i piloti non esiste nemmeno.

- Le gare di moto non vengono interrotte per pioggia a meno che le condizioni non siano davvero proibitive e mettano in pericolo la sicurezza dei piloti. Sia all'ultima Tirreno-Adriatico che all'ultima Parigi-Nizza, una tappa è stata annulata a causa del maltempo.
Poi alcune tappe si corrono anche sotto il diluvio mentre alcune gare vengono interrotte, ma i piloti filano a più di 200 km/h e la sicurezza qui è tutta un'altra cosa di una tappa di ciclismo magari tutta in pianura senza nemmeno discese veloci

- I tifosi seguono con la stessa passione il proprio sport, talvolta entrambi, viaggiando per km, spendendo soldi, facendo sacrifici, cucinandosi sotto al sole o infeltrendosi sotto la pioggia per seguire i propri idoli. Quindi chi è più figo?
E' vero il pubblico delle gare di motociclismo siede sulle tribune coperte o sulle collinette dei circuiti e non corre insieme ai piloti ma per due semplici motivi:
1) è una questione di sicurezza [concetto difficile a quanto pare!], vi è mai venuta addosso una moto da 130 kg a secco a 200 all'ora?
2) Non esiste ancora nessuno capace di correre a quella velocità per una distanza così lunga. Usain Bolt al massimo ha registrato una media di 37,58 km/h ed una massima di 39,28 km/h, su 100 mt e non è una passeggiata nemmeno per lui!

- Anche per i piloti le ferite sono medaglie. C'è chi come Troy Bayliss si fa tagliare la falange del mignolo per correre il gp poche ore dopo o chi come Loris Capirossi corre con una microfrattura alla mano per poi collassare ai box alla fine della gara. E, come già detto prima, indossano tute in pelle perché un conto è scivolare in bicicletta, un conto in moto a oltre 200 all'ora.
In entrambi i casi, che si cada da una bici o da una moto, indossando completi elastici sintetici o tute in pelle tecnologiche, caschetti di polistirolo o caschi più protettivi in fibra di carbonio il rischio di morire è una probabilità da prendere in seria considerazione.
Quindi non vedo un gesto più eroico dell'altro.
A proposito di morte, consiglierei a chi ha realizzato questo video, di fare un giro all'Isola di Man, in Inghilterra, tra un mese. E' un bel posto anche per i ciclisti. A parte qualche pioggia.

- I ciclisti fanno più fatica e sudano di più? Secondo chi ha realizzato questo video, un motociclista che corre il GP di Barcellona a giugno o di Malesia in ottobre non fa fatica e non suda, aggrappato alla moto alzandola e buttandola giù in curva o si gode il tracciato ben protetto ed isolato dall'aria grazie alla tutina integrale?
Non hanno nemmeno lunghe discese per rilassare i muscoli di collo, spalle, braccia, torace, addominali e gambe come talvolta hanno i ciclisti.
Mi piace molto uno slogan: "If you have a body, you're an athlete"*.
Lo sport è sport. E' fatica dedizione sacrificio passione per tutti. Per chi lo fa e chi lo segue.
Uno sport deve incitare l'altro. Non c'è uno sport più vero dell'altro né uno più sport dell'altro. E non ci sono atleti più eroi di altri.

Faccio due osservazioni da sportivo appassionato e addetto marketing e comunicazione dilettante disoccupato, visto che questo video non le mette su un piatto d'argento ma di platino:
1) non ci sono precedenti storici di piloti, in qualsiasi competizione, che hanno barato per vincere. Vogliamo proprio parlare di doping, di biciclette truccate con motorini nascosti nel telaio?
2) Il video sputa sulle moto in generale, non solo su quelle che corrono in pista. Uno degli sponsor del 99mo Giro d'Italia è Kawasaki, moto ufficiale. Fossi nel direttore della filiale europea, di quella italiana e nel responsabile marketing di entrambe, chiederei per lo meno spiegazioni e poi valuterei il ritiro della sponsorizzazione.

Per l'occasione, Kawasaki ha girato un video promozionale all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola lo scorso week-end, in occasione della tappa italiana del mondiale SBK: per promuovere la sposorizzazione al Giro da parte della Kawasaki, Damiano Cunego e Jonathan Rea si sono sfidati in bicicletta lungo il percorso. Tutto molto bello e simpatico con lo scambio di in bocca in lupo tra i due. Come poi deve essere.
Chi è più eroico tra chi gira i pedali con le gambe e chi gira una manopola con un polso?
Diciamo la verità, è uno spot brutto. Il più brutto che si poteva fare.
Riflette molto la politica: si parla di se stessi cercando di screditare gli altri. Contenuti zero. Quando invece il ciclismo ne avrebbe a vagonate!

La RAI fa una brutta figura a trasmetterlo: se non ha i soldi per pagare i diritti di MotoGP e Superbike affari suoi. Io di certo non spendo una follia per la pay-tv (prima di tutto dovrei comprare la tv che non ce l'ho!).
Visto che la RAI non ha i diritti per il rugby, spero non abbia già fatto realizzare uno spot sui prossimi Europei di calcio sfottendo il rugby!
Se in RAI si è dimesso chi ha fatto partire il 2016 in anticipo di 1" durante la trasmissione di fine anno, allora il responsabile della RAI che ha seguito la realizzazione di questo spot deve essere licenziato subito.

Questa è la versione italiana che gira sui social e che ha fatto molto casino (è la voce del doppiatore di Kevin Spacey?). Utilizza alcune immagini della versione internazionale.

Qui sotto la versione internazionale, in lingua inglese. Parla solo di quello che deve parlare: ciclismo. E che altro sennò!?
 
* Bill Bowerman, allenatore di atletica e cofondatore di Nike.

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